Benvenuti a Montecchio

Mons Herculis o Castro Monticoli, in qualsiasi modo lo si chiami, Montecchio rimane sempre l’affascinante borgo affacciato sulle dolci colline umbre. Una realtà raccolta sorta in pieno Medioevo dove si respira ancora la magica atmosfera di quel periodo. I vicoli stretti lungo le strade del cardo e del decumano, riportano anche al tipico clima romano del tardo impero che va a fondersi con gli interventi edilizi di epoche successive. Montecchio infatti è anche questo: la convivenza tra le stesse mura di età diverse.

Un excursus lungo secoli che arriva fino ai nostri giorni passando attraverso gli anni del dopo guerra che, purtroppo, segnarono un cambiamento morfologico dell’originario stile del borgo. Durante il boom economico i montecchiesi, anche loro vittime del benessere e del consumismo, decisero di ristrutturare la cittadella con materiali completamente differenti da quelli utilizzati in passato ma più funzionali alle esigenze del momento. Tuttavia la socialità e la convivialità appartenenti a tempi precedenti vennero riscoperte con l’apertura di nuove botteghe divenute presto il punto di ritrovo di tutto il paese.

Oggi anche qui si fanno sentire gli effetti della crisi. Il turismo, la sola risorsa su cui Montecchio potrebbe fare affidamento, è quasi del tutto assente e la situazione sta peggiorando con il suo progressivo spopolamento. Fortunatamente però, alcuni pionieri a cui sta a cuore la causa di Montecchio, certi dell’importanza delle antiche tradizioni del nostro territorio, sono intervenuti e tutt’ora stanno cercando di dargli un futuro migliore. Tra questi Roberto Dottorini nato e cresciuto in una delle case lungo i vicoli e figlio del proprietario della prima bottega del posto, ha tentato di rilanciare Montecchio nel settore turistico attraverso una restaurazione innovativa. L’idea è quella di recuperare le tradizioni passate adattandole al presente senza però ricadere negli errori precedenti. L’incipit del progetto è stato quello di ricavare una casa vacanza da un edificio risalente intorno all’anno Mille che nel corso degli anni ha subito vari rifacimenti. Durante i lavori tutti gli elementi che testimoniano lo scorrere delle varie epoche sono stati riportati alla luce. Ed è così che al primo piano si può vedere l’antico forno di nuovo pronto per essere riutilizzato, il sistema di recupero dell’acqua piovana, la cisterna per contenerla affiancata da quella per l’olio, le tipiche scale a chiocciola che con movimenti sinuosi conducono ai piani superiori in ambienti stretti e angusti. Ma la vera particolarità della struttura è data dal fatto che al suo interno sarà allestito anche un museo. Da mercoledì 8 agosto infatti vi saranno custoditi i preziosi resti di Villa Rufo, un maestoso complesso romano che sorgeva come Il borgo di Montecchio lungo la via Flaminia.

Si è ritenuto opportuno inoltre completare questo progetto di recupero con un elemento che i turisti più fanatici non possono tralasciare; Il cibo. Dottorini quindi ha deciso di riaprire la bottega del padre cercando di darle una marcia in più sotto il profilo della qualità enogastronomica. Qui si potranno acquistare infatti solo prodotti tipici dell’eccellenza umbra con l’obbiettivo di incentivare un commercio di nicchia. Si potranno gustare inoltre le specialità del posto guardando dalle finestre il magnifico verde in cui è immersa Montecchio, un altro grande tesoro dell’Umbria.