I grandi protagonisti della ventesima edizione di Umbria Jazz Winter

Kurt Elling propone un omaggio allo storico palazzo dell’editoria musicale a New York. Un raffinatissimo lavoro, dopo i numerosi tributi a Chicago, molto newyorchese. Evitando gli autori più celebrati nell’ambito del jazz (con l’eccezione di Duke Ellington e Jimmy Hamilton), Elling sceglie brani composti al civico 1619 di Broadway scavando nel repertorio di Sammy Cahn e Jimmy Van Heusen, Sam Cooke, Harry Warren, Burt Bacharach, Paul Simon e Carole King (da sola e in coppia con Gerry Goffin).

Esordio a Umbria Jazz, e resident anch’egli per l’intera manifestazione, per quello che la critica americana ha definito il più sensazionale cantante emerso in questi ultimi anni: Gregory Porter. Il suo album di debutto, Water è stato un clamoroso successo di critica e di pubblico, avendo ottenuto una sorprendente nomination ai Grammy come Best Jazz Vocal, una situazione non molto frequente per un album di debutto.

Nel febbraio 2012 è uscito il nuovo attesissimo album, intitolato Be Good: una raccolta di dodici pezzi, in gran parte inediti e scritti dallo stesso Porter, più alcuni standard come Work Song, God Bless the Child e Imitation of Life, la title track di un film candidato all’Oscar del 1959 con Lana Turner e Sandra Dee.

Dee Alexander è una delle più apprezzate voci della scena di Chicago e il pubblico di Umbria Jazz ha imparato negli ultimi anni ad apprezzarla per il suo essere a proprio agio con tutti i generi, dal gospel al blues, dall’R&B al soul, riuscendo a dare un tocco particolare a tutte le sue interpretazioni, grazie ad uno swing e un groove del tutto personali.

Anche la Alexander sarà a Orvieto per i cinque giorni della manifestazione.

Gino Paoli con Danilo Rea: uno speciale concerto il giorno di Capodanno a base di voce e pianoforte in cui si potranno ascoltare insieme uno dei più grandi interpreti della canzone d’autore italiana e uno dei più lirici e creativi pianisti di oggi, che non mancheranno di regalare al pubblico grandi sorprese.

Giovanissimo, nato nel 1986, è invece Jonathan Baptiste. Con un eccellente background di studi alle spalle, un primo lavoro a suo nome a diciassette anni e un debutto alla Carnagie Hall di New York a soli diciotto anni, il pianista e cantante originario di New Orleans è anche un ottimo polistrumentista, a suo agio con il sax e il basso. Grazie a tutto questo Baptiste può essere considerato una delle nuove grandi promesse della cultura musicale jazz americana. A dimostrazione di ciò sono le sue già numerose collaborazioni con grandi nomi quali Wynton Marsalis, Alvin Batiste e Donald Harrison.

Dopo dieci anni torna a Orvieto Jaques Morelenbaum, special guest nel Cello Samba Trio di Paula Morelebaum. Nato nel 2003, l’ensemble rielabora con sonorità cameristiche e raffinate alcune fra le più note pagine di autori storici di samba in Brasile.

Ancora ritmi latini con Pedrito Martinez, scoperto nell’ultima edizione estiva di Umbria Jazz. Nativo di Cuba, è un percussionista, congas in particolare, cantante e autore che sta ottenendo un grandissimo successo a New York: musica nuova ancorata alla tradizione afrocubana.

Pattuglia italiana numerosa e di livello, a iniziare dal superquintetto di Giovanni Tommaso con Pietro Tonolo, Flavio Boltro, Danilo Rea e Roberto Gatto: una reunion di un gruppo che è stato protagonista nella prima edizione del 1993.

Mauro Ottolini Sousaphonix Bix Factor” è il nuovo progetto discograficoeditoriale del musicista veronese e del suo ensemble Sousaphonix, un concept album dedicato alla musica degli anni venti e trenta. In programma brani tratti dal repertorio jazz tra gli anni 20 e la metà degli anni 30, con musiche della tradizione di New Orleans e Chicago che finora nessuno in Italia ha mai inciso, compresi alcuni brani originali e il secondo movimento di Ebony Concert di Igor Stravinsky.

Giovanni Guidi si presenta con due musicisti giovani, ma di grande esperienza: l’americano Thomas Morgan, bassista prediletto da Paul Motian negli ultimi anni della sua vita e collaboratore di Steve Coleman, John Abercrombie, Mark Feldman, Craig Taborn, Jim Black, tra i tanti e il portoghese Joao Lobo, richiestissimo batterista tra i giovani musicisti europei più interessanti. Ambedue hanno già collaborato con Giovanni, Morgan nei quintetti e Lobo nel quartetto e nella Unknown Rebel Band.

Gegè Telesforo, considerato uno dei migliori specialisti dello scat a livello internazionale, presenta il suo nuovo album titolato NU JOY, che contiene nove composizioni originali scritte da Telesforo e due nuovi arrangiamenti: “No Woman No Cry” e “Stronzo” (il famoso brano “scat” scritto da Lucio Dalla nel 1983) che sarà riletto da Telesforo in chiave funk. I Quintorigo con “Plays Jimi Hendrix”: un progetto articolato che omaggia uno dei musicisti più importanti e innovatori del XX secolo, Jimi Hendrix, rileggendone in modo personalissimo e al tempo stesso attento le composizioni, accompagnati da Eric Mingus, figlio del grande jazzista Charles Mingus.

Il gospel, presente tradizionalmente a Umbria Jazz Winter, quest’anno sarà rappresentato da Bobby Jones & The Nashville Super Choir. Il canto religioso è espressione di spiritualità ma anche delle più autentiche radici del jazz e più in generale della cultura popolare delle comunità Nere.

Bobby Jones è uno dei personaggi di primissimo piano di Nashville, uno dei centri nevralgici e pulsanti della musica americana da sempre. È stato numerose volte ospite del festival, sia nell’edizione invernale di Orvieto che a Perugia.

Tutti i giorni infine buon cibo, degustazioni e musica jazz, ma non solo, dalla tarda mattinata a notte fonda al Palazzo del Popolo, al Palazzo dei Sette e al Ristorante San Francesco.

Ennesimi e graditissimi ritorni per due dei beniamini del pubblico di Umbria Jazz Winter: Gary Brown, da New Orleans il duo voce-chitarra Kim Prevost e Bill Solley, elegante formula che è stata talvolta accostata a Tuck & Patty.

Debutto a Orvieto per una nuova e promettente voce proveniente da New Orleans, Anaïs St. John.

Italianissime la Rimbamband, una formazione composta da cinque musicisti “un po’ suonati”, come loro stessi si definiscono, e i Four Vegas, formatasi nel 1999 a Roma grazie alla passione di cinque musicisti innamorati dei suoni e dei costumi degli anni ‘50 e ’60.

Tutti i giorni appuntamento con il concerto multimediale “Elle, singulière, plurielle” dedicato alle donne del XX secolo. Musiche del quintetto di Giampaolo Ascolese, con la voce di Paolo Massera, e gli interventi visivi di Massimo Achilli.

Come tradizione del Festival due esibizioni quotidiane della marching band per le vie del centro storico con i sempre più popolari Funk Off, che interpretano a modo loro questa formula della street band con grande senso dello spettacolo e una originale evoluzione artistica che rivitalizza un genere vecchio di un secolo. Da non perdere il loro show on stage la notte di Capodanno.

Anche quest’anno i migliori studenti dei seminari estivi della Berklee Summer School at Umbria Jazz Clinics si esibiranno il primo giorno del Festival, in un triplo set con il quintetto di Gianluca Pellerito e con la giovanissima Sarah McKenzie, piano e voce.