Gubbio, la roccaforte degli appassionati del vino

2015 AISLa riscoperta delle tradizioni enologiche eugubine, passa anche attraverso i corsi AIS. A Gubbio, da sempre, con un gran numero di iscritti appassionati e curiosi. Gubbio è una roccaforte storica dell’Associazione Italiana Sommelier. L’inizio del nuovo corso di formazione per aspiranti sommelier lo ha dimostrato in pieno. La curiosità verso il mondo del vino, ma anche il buon lavoro che è stato fatto in questi anni sul territorio, hanno portato i loro frutti: corsi e formazione, serate a tema e palestre del gusto. Ora, infatti, sono ben 63 i partecipanti al primo livello del nuovo corso di qualificazione professionale per sommelier. Il corso per raggiungere la tappa finale, si sviluppa in 3 tappe ben caratterizzate che porteranno gli appassionati di vini a prendere l’attestato di Sommelier. Un ottimo numero, in un territorio come Gubbio, in cui storicamente l’associazione ha radici ben salde e da decenni forma nuovi sommelier. Da quest’anno la delegazione eugubina, che storicamente comprende anche il territorio di Gualdo Tadino e Valfabbrica, è guidata dal sommelier Christian Belardi. Un nuovo cammino aspetta tutti. Christian, infatti, in occasione dell’apertura del corso, ha fatto presente il nuovo organigramma di delegazione (Giuseppe Agostinelli Vice Delegato, Giovanni Riccardo Baldelli Tesoriere, Giulio Donati Responsabile Servizi, Mauro Lucaroni Consigliere, Isabella Ceccarelli Addetto Stampa). Il presidente regionale, Sandro Camilli, ha portato i suoi saluti a tutti i nuovi alunni, che di fatto con il pagamento della quota associativa entrano a far parte dell’associazione AIS e iniziano un cammino ricco e gratificante sotto tanti punti di vista. Ad ogni livello circa 12 lezioni; si sale nella conoscenza del mondo del vino. Si inizia con il conoscere la figura del sommelier e i primi passi nel mondo del vino, dei vini, apprendendo le caratteristiche dell’Italia enologica e della storia del vino. Si prosegue il cammino tra i filari del vigneto italiano, regione per regione, vino per vino. Passando a quello europeo, toccando le Francia, la Germania, con le loro eccellenze e regioni caratteristiche. Si finisce con i vini nel mondo, andando a conoscere  vitigni internazionali e vini che provengono dall’altra parte del mondo; per finire con l’abbinamento cibo-vino: il momento topico, la ricerca perfetta dell’equilibrio gustativo. Ma questo è solo l’inizio del cammino verso la cultura vinicola, in modo particolare. L’approccio alla conoscenza del vino sotto il punto di vista strettamente professionale e degustativo, avviene tramite l’apprendimento e l’uso della scheda tecnica AIS. Questa è un vero e proprio strumento del sommelier,  al pari del bicchiere, che lo porta a comprendere, capire e valutare ogni tipologia di vino. Un percorso emozionante, veramente affascinante, che porta a capire le caratteristiche organolettiche dei vini, le sfumature territoriali, il lavoro dell’uomo, la natura dei terroir. Insomma, la strada è veramente lunga… Gubbio è roccaforte AIS, con i primi iscritti già negli anni 1980, con un gruppo di 5 iscritti storici: Vinicio Rosati, Massimo Faccenda, Ugo Castellani e “Peppino di San Martino” (quest’ultimo spero che non si offenda, ma non sono riuscita a sapere il nome). È stata una delle prime delegazioni in Umbria, Guidate da Mauro Lucaroni, già dal 1989. Numeri importanti in 21 anni: 7 corsi completi, più di 250 sommelier, circa 600 persone che hanno frequentato i corsi. E in tutto questo, la ristorazione eugubina, ha sempre partecipato in modo attivo. La grande partecipazione dimostra come il vino nella delegazione eugubina abbia un fascino particolare, stimoli una curiosità che spesso nasconde proprio la voglia di capire che cosa si ha nel bicchiere, che cosa si sta bevendo. Infatti, Gubbio non è più zona di viti, anche se in questi ultimi anni si è andati verso una riscoperta della viticultura, con veri e propri pionieri. E allora, chi sa, forse tutti questi appassionati saranno una nuova spinta verso una riscoperta di questa viticultura mai del tutto persa, come tradizione eugubina.