Festival del Cinema di Spello: taglio del nastro

Festival del Cinema di SpelloUna grande partenza! Pubblico delle grandi occasioni per il primo ciak della IV edizione del Festival del Cinema di Spello e dei Borghi umbri. Il Palazzo del Cinema era piacevolmente gremito per il taglio del nastro del tris di mostre che faranno da cornice alle proiezioni delle pellicole in concorso e a tutte le altre iniziative collaterali. Al tavolo del cerimoniale, oltre alla presidente del Festival Donatella Cocchini ovviamente il Sindaco di Spello Moreno Landrini, il Sindaco di Nocera Umbra Giovanni Bontempi, l’Assessora alla Cultura ed al Turismo Irene Falcinelli, il responsabile del settore cultura del comune di Spello Giulio Proietti Bocchini, l’ideatore e curatore della mostra ‘Siamo donne’ Luciano Lapadula, nonché il vice presidente della Camera dei Deputati, l’onorevole Marina Sereni. “Siamo felici ed emozionati – ha detto la presidente del Festival Donatella Cocchini – anche perchè ci troviamo di fronte ad una grande partecipazione quest’oggi e questo ci gratifica perché evidentemente stiamo portando un lavoro che regala risultati. Oggi comincia la quarta edizione della manifestazione e ricordiamo come quest’anno siano tante le novità rispetto alle edizioni precedenti, In primis la durata del Festival, quest’anno di ben nove giorni, ed a seguire il fatto che la manifestazione l’abbiamo aperta all’Europa, inserendo il concorso riservato appunto ai film europei per stimolare anche l’interesse del pubblico giovanile. Particolare non da poco il fatto che il Ministero dei Beni Culturali ci abbia confermato anche quest’anno il proprio patrocinio, ai quali si aggiungono quelli di Sviluppumbria e Rai Movie; a proposito di quest’ultimo annuncio orgogliosa che nel week end finale, ovvero nelle giornate 6, 7 ed 8 marzo, Rai Movie sarà presente in città per riprendere momenti del festival, effettuare interviste, riprese alla città e documentare la nostra manifestazione. Tra un po’ andremo – conclude Cocchini – ad aprire le mostre, tutte davvero importanti e fortemente rappresentative nei loro generi: un tris decisamente di alto livello!” Moreno Landrini, Sindaco di Spello: “Ringrazio tutti coloro che hanno reso possibile questa manifestazione, in primis Donatella Cocchini, cuore pulsante della manifestazione. Spello è davvero onorato di ospitare il Festival del Cinema e felice che ne facciano parte sempre più Borghi umbri. Inoltre ci facciamo promotori – conclude Cocchini – della campagna di WeWord ‘Le parole non bastano più’ per dire basta alla violenza contro le donne. In Italia, ogni anno, ci sono 14 milioni di atti di violenza contro le donne (dallo schiaffo allo stupro), circa 26 ogni minuto. Ogni 3 giorni una donna viene uccisa dal partner, dall’ex o da un familiare, ma solo il 7,2% delle vittime denuncia l’accaduto. Dal 28 febbraio al 15 marzo dona 2 euro inviando un sms al numero solidale 45502”. Irene Falcinelli, Assessora alla Cultura ed al Turismo del Comune di Spello: “Felicissima di vedere presenti quest’oggi tantissimi giovani che vogliono apprendere e manifestano forte interesse per il mondo del cinema. Siamo davvero molto soddisfatti della collaborazione con l’organizzazione della manifestazione e davvero contenti di ospitare questa splendida mostra ‘Siamo donne’”. Giovanni Bontempi, Sindaco di Nocera Umbra: “Davvero onorati di poter offrire il nostro contributo a questa manifestazione e ci piacerebbe in futuro incrementare la collaborazione perché ci piace davvero molto.” Davvero interessante infine l’intervento di Luciano Paladula che ha appassionato la nutrita platea illustrando le linee guida della mostra ‘Siamo donne’: “Ringrazio Spello e il Festival del Cinema per averci dato l’opportunità – ha detto fra le altre cose Lapadula – di organizzare una mostra senza precedenti, visto che non è solo una mostra di abiti ma anche di quello che si nasconde dietro nel corso degli ultimi 100 anni”. Ha chiuso i lavori ‘pre taglio del nastro’ l’onorevole Marina Sereni, vice presidente della camera dei Deputati: “Sono rimasta letteralmente affascinata dalla parole di Lapadula. Queste iniziative poi sono molto utili ai ragazzi ed alle ragazze per capire cosa c’è dietro le quinte nella produzione di un film, un mondo dove l’Italia primeggia, come testimonia il recente Oscar a Milena Canonero”.

SIAMO DONNE

Gli abiti dei grandi stilisti raccontano le donne del cinema

La mostra SIAMO DONNE è nata da un’idea dello storico del costume Luciano Lapadula e del suo collega e stilista Vito Antonio Lerario. Attraverso una conferenza di apertura prima, e il percorso museale poi, saranno messe in luce in una sorta di moderna epifania i volti e gli animi delle grandi icone del cinema internazionale, dalla sua nascita ad oggi. Il “fil rouge” di questo viaggio è l’abito per antonomasia, quel vestito unico nel proprio genere e realizzato di volta in volta nel tempo dai più grandi stilisti e sarti di fama mondiale. Una mostra questa che vuole mettere in luce le mille sfaccettature del delicato universo femminile, delineando i processi attraverso i quali l’abito della Star possa divenire iconograficamente rilevante al punto da trasmutarsi in un fenomeno di moda. E’ anche tuttavia più sottile il fine dell’esposizione, oltre a poter ammirare le creazioni di grandi stilisti, vuole essere ricordato tutto ciò che l’abito della Diva ha ostentato o mimetizzato: animo, gioie, dolori, vite di donne comuni prima che di stelle del cinema. Il titolo scelto per la mostra, “Siamo Donne”, è non a caso omonimo del celebre “film collettivo” del 1952, all’interno del quale si raccontano quattro episodi della vita di altrettante attrici da un punto di vista intimo e insubordinato al ruolo di diva del cinema. Donne come tante dunque, amanti, madri, lavoratrici imprigionate spesso nel ruolo iconografico che si sono costruite attraverso una moda in celluloide. L’abito in oggetto diviene quindi un “habitus” che è simulacro di identità celate e bisognose di apparire più dello scintillante involucro stesso. Gli abiti e gli accessori esposti appartengono alla collezione museale Lapadula Lerario. Il Dott. Luciano Lapadula e Vito Antonio Lerario sono due giovani creativi, esperti di immagine e storici del costume impegnati nello studio, nella ricerca, nell’attività museale di rari abiti d’epoca raccolti all’interno del loro museo – archivio della moda sito nel centro di Bari. La collezione di capi vestimentari attraversa oltre 200 anni giungendo sino al contemporaneo. Di particole interesse sono gli abiti relativi all’alta sartoria italiana dal Fascismo agli anni ’60. Luciano Lapadula offre la sua attività di formazione ad Accademie specializzate in cui attualmente insegna Storia del Costume e Socio antropologia. E’ costantemente impegnato in attività di studio e ricerca oltre che nella scrittura di libri dedicati alla storia del costume. L’archivio vestimentario offre spazio a mostre, corsi professionali ed eventi espletati anche all’interno di grandi realtà in ambito internazionale. Tra le collaborazioni più significative quelle con l’Unesco, con l’Università degli Studi, con il Fai, con Palazzo Morando (Milano), l’Università Sorbonne di Parigi. In ambito speculare poi, alcuni tra i circa 6000 abiti in archivio sono stati utilizzati per la realizzazione di spettacoli teatrali, film, pubblicità o video musicali di rilevanza nazionale, insieme alla consulenza stilistica dei due soci. Vito Antonio Lerario infine è stilista e modellista ed è impegnato nello studio e nella produzione di una propria linea di abbigliamento.

SCENE DI VITA DEI PRIMI DEL ‘900

Le scene di vita dei primi del ‘900 sono possibile grazie al Comune di Nocera che durante la sua manifestazione del Palio dei Quartieri ( dal primo lunedì di agosto alla domenica successiva) che si ricollega strettamente alla storia locale, cogliendo gli aspetti più significativi della vita culturale, sociale, politica ed economica di questa città che subisce e partecipa ai vari momenti del più vasto processo della storia nazionale . La manifestazione divide il territorio in due Quartieri con due epoche a confronto: il Borgo San Martino ( 1350 -1450) e il Quartiere Porta Santa Croce ( 1820 – 1920) Il Quartiere Porta Santa Croce , il cui nome deriva da una delle più importanti Porte del centro storico cittadino, rappresenta in questa mostra episodi relativi alla “ Grande Guerra”, attingendo a fonti storiche locali relative alla vita nocerina durante il periodo del primo conflitto mondiale. Il Quartiere possiede una ricca documentazione di Atti pubblici, frutto di accurate ricerche nell’Archivio comunale, e una raccolta di lettere private inviate dai soldati al fronte a madri e a mogli nocerine impegnate ad accudire anziani, bambini, animali e terreni. L’insieme dei documenti è sufficiente per fare una fotografia reale sulle condizioni di vita dei nostri ragazzi nelle Alpi orientali, leggendole par di sentire il rumore delle armi, l’urlo degli assalti e i lamenti dei feriti; dalle stesse si evince la sofferenza delle donne, la loro faticosa quotidianità, la miseria, la fame, il duro lavoro nei campi; durante la mostra sarà allestito uno spaccato di quanto descritto con la consueta passione che i nocerini mettono nel realizzare con grande maestria ciò che eravamo.

Mostra opere in concorso degli istituti superiori umbri

Sono in esposizione le tante opere degli studenti che hanno partecipato al concorso.

 

Fonte: Festival del Cinema di Spello