Tra i musei del vino più belli del mondo, il Muvit, museo del vino a Torgiano

Torgiano-Museo-del-VinoTORGIANO – Il MUVIT, museo del vino di Torgiano, in provincia di Perugia, è una tappa da non trascurare per chi, come me, è appassionato di enologia. Ma ancora più, perché oltre ad essere veramente bello ed interessante, ha ricevuto la nomina come uno dei 10 musei più belli del mondo.
Torgiano è una zona che ha un forte carattere enologico, e riconoscimenti a livello mondiale, grazie soprattutto agli sforzi decennali della famiglia Lungarotti. Da sempre non solo impegnata nella produzione di eccellenti vini, ma sempre molto attenta alla cultura e alla formazione. È su questa scia che nasce il museo del vino di Torgiano, una passeggiata tra l’arte e la storia, ma soprattutto un incontro esplicito con la cultura del vino nella nostra società. Il MUVIT, è entrato nella prestigiosa classifica dei 10 musei del vino più belli del mondo, secondo la rivista inglese “The drink Business”. Recensito anche dal New York Times, come migliore in Italia. Ora, 27 opere della collezione, sono esposte ad EXPO 2015, nel padiglione del vino Italia. La volontà di creare un museo dedicato al vino, nasce nel 1974, grazie alla ferma convinzione di Giorgio e Maria Grazia Lungarotti, che volevano trasmettere la cultura del vino e il valore anche simbolico che ha attraversato le società e i tempi. Insomma, dalla vigna, alla cantina, fino all’imbottigliamento, la strada è quella della manualità, dell’artigianalità, ma poi, la famiglia Lungarotti, non voleva perdere il lato strettamente culturale e anche affettivo, mitologico ed espressivo. Ma il museo vuole anche essere un punto di riferimento per il turismo, una tappa, non solo per gli appassionati di vino, ma anche di arte e cultura. In quegli anni, il turismo del vino iniziava i primi timidi passi, diventato quasi un vero e proprio movimento oggi, e in Italia mancava proprio un museo dedicato al vino. I Lungarotti, hanno così deciso di raccogliere e mettere insieme quello che trovavano, anche durante i loro viaggi. Il museo è un viaggio nella storia, nella cultura che ha portato fino a noi un prodotto così ambivalente: usato nei riti, nelle mense, come corroborante; bevuto puro o mescolato a spezie ed erbe, o fatto diventare aceto e usato come disinfettante. Tra il sacro e il profano, ci sono le mani dell’uomo, che coltivano, potano, vendemmiano, curano; c’è il tempo dell’attesa, e tutti gli utensili utilizzati da epoche remote, che hanno attraversato la memoria. Il vino è frutto della nostra civiltà e nello stesso tempo costruttore della nostra società. Le opere del MUVIT, consentono di poter attraversare a piedi la storia, attraverso tutto quello che ha espresso il vino: arte, letteratura, religione, iconografia. Dal passato al presente, per capire tutto ciò che è dietro ad una bottiglia di vino. Per cui, 5.000 anni di storia, raccontati da vasi, coppe, giare, ceramiche, utensili. Oggetti di pregiata raffinatezza, che parlano di una cultura aristocratica, come “il Kylix”, in ceramica di fine VI secolo, utilizzato nelle occasioni conviviali in epoca romana e greca; il “Busto di Bacco”, XVI secolo, che richiama al consumo moderato di vino; “Bevi se puoi”, Flamino Fontana del 1575; o la “Bocca di Canale”, un condotto di epoca romana dal quale il succo dell’uva pigiata fluiva verso il recipiente di raccolta sottostante. Il museo è suddiviso in più sezioni e mostra il vino come medicamento, come alimento, come elemento vicino alla divinità greca Dioniso, dell’estasi, protagonista di varie ceramiche conservate nella sala espositiva e, nella biblioteca, sono conservati i libri interamente dedicati al vino e alla vite, con volumi di agronomia, poesie, almanacchi e proverbi. Quindi, una tappa fondamentale di un percorso dedicato al vino, per un turismo consapevole.