L’arte dialoga con gli artisti

pippo-cosenzaSPELLO – All’ “Agriturismo Benedetti” alle porte di Spello si è tenuto  il “III Incontro internazionale d’arte”, un simposio che ha visto riuniti 13 artisti confrontarsi con la pluralità dei linguaggi da loro espressi al fine di portare avanti, come scrivono nel catalogo i curatori della rassegna Pippo Cosenza e Cristina Manukyan, quest’ultima sponsor dell’iniziativa, “un programma di democratizzazione dell’arte e diffondere l’arte contemporanea attraverso la contaminazione tra differenti forme ed espressioni artistiche:vivere l’arte come tributo come tributo alla pluralità dei linguaggi per coniugare creatività e comunicazione[…]”. Hanno partecipato a questa “festa nel silenzio sull’erba”gli artisti Alvaro Caponi, Pippo Cosenza, Angelo Fornaciari, Sergej Glinkov; Arnhild Kart, Cristina Manukyan, Flavio Marchionni, Graziano Marini, Paolo Massei, Gianni Mastrantoni, Paola Pagnotta, Achille Quadrini, Luigi Virili. Credo di poter affermare che la ricerca dell’artista in quanto tale,volga la sua attenzione e sensibilità in due direzioni; l’una è la ricerca del comune, basata alla ricerca di un dialogo con le persone e la natura esprimendo in toto la propria personalità, l’altra è la quasi naturale conseguenza di possibili canali di comunicativi che portino alla convergenza di interessi e/o visioni del mondo che meglio,possano stabilire un’interrelazione verbale prima ed artistica poi. Quello che è successo a Spello, all’ “Agriturismo Benedetti” e che ha visto cimentarsi gli artisti in improvvisazioni ed happening,ha prodotto certamente qualcosa che va al di là della singola e personale produzione. Immersi nel verde di una insospettabile quiete tra lo sfrigolìo dei rami secchi e l’innaturale silenzio dell’ispirazione che si fa collettiva, gli artisti hanno espresso se stessi esplorando le loro sfere d’interesse in un dualismo pregno di sensibilità ed intelletto. Ognuno di essi vale,per quanto insufficiente,una pennellata che induca alla curiosità di conoscerli meglio. Alvaro Caponi Sensibile ai temi esoterici ed alchemici, porta alla luce il buio che circonda la materia invisibile rendendola, in virtù della tridimensionalità, al nostro sguardo elemento conoscibile e palpabile. Pippo Cosenza All’origine dell’uomo stanno gli studi d’ingegneria nucleare e la progettazione industriale. Mai affrancato dalla tavolozza e dai contenuti della sua terra natìa, la Sicilia, parla spesso di derive, naufragi, approdi e viaggi. I suoi quadri “collage”, hanno nei ritagli di giornali la sintesi della memoria se non la negazione della stessa. . Metamorfiche città metropolitane, si contrappongono a geometrie medievali con pdv dal basso all’alto, espresse con un nitore di linee ed archi che tramandano la storicità del tempo e l’incapacità dello spettatore di guardare se non sempre davanti a sé. Angelo Dionigi Fornaciari pittore autodidatta, vive a Viareggio e melanconicamente rappresenta sulle sue tele l’inevitabile mare delle sue stagioni, e quelle barche all’ormeggio, in attesa perenne, con i loro vividi colori per quanto offuscati dalla fatica dei giorni, sembrano attendere ancora un richiamo che consenta loro di rientrare in contatto coll’ambiente cui appartengono. Sergej Glinkov pittore ucraino ma residente in Italia dal 1981.Quando ci si trova innanzi alla rappresentazione dei suoi corpi femminili, mirabilmente trattati con olio china ed acquerello, non si è di fronte a qualcosa d’informe che bisogna immaginare ma a qualcosa di lievemente offuscato quasi sfuggente che bisogna saper cogliere. Conducendo chi guarda alla scoperta di una nuova sensualità. Arnhild Kart tedesca di Dusseldorf, da qualche anno risiede in Umbria. L’ artista si distingue nell’esaltazione della lotta cui è sottoposto l’individuo. Un perenne scontro a due che nella sezione “Zeichnungen” sembra addolcirsi in morbidi e ben tracciati passi di danza su quei fondali azzurro brillante e che invece acuisce la voglia di sopraffazione, una lotta corporea senza possibilità di soluzione. Le composizioni geometriche, sono elementi chiusi/aperti in continuità ed in contiguità con la natura che le circonda. Cristina Manukjan Sponsor e mecenate si accosta relativamente tardi alla pittura, laddove si esprime in modo multiforme e diversificato. Figlia di una terra tormentata,l’Armenia, elabora il lutto del distacco contrapponendo incubo e sogno, fantasia e realtà, traducendolo in una ovidiana mutazione. Se con sembianze aliene in parvenza di volto di donna, appare il suo passato irretito dalle trame inestricabili della violenza, altro è il rigore delle linee e dei contorni ne “Il sogno dell’ acrobata”  riconduce alla serenità delle proprie radici pur nell’ineluttabilità del fato. Elvio Marchionni fa del classicismo la sua cifra stilistica, ponendo al centro delle sue composizioni la donna che assurge, tra le sue mani, ad una levatura spirituale ancorché religiosa. L’influenza degli studi dell’arte rinascimentale trasuda nelle sue Madonne /Maternità permeate di una dolce solennità cui contrappone una solenne dolcezza. Avvolgendo forme e sembianze in una spirale conchigliforme  sì da fare tutt’uno colla veste velata. Graziano Marini Secondo quanto egli afferma “un artista ha il compito di trasmettere emozioni, energia, speranza, sentimenti, sensazioni e sogni a tutti, a maggior ragione se si rivolge a persone che si trovano a vivere condizioni particolari.” Un pensiero, questo, legato alle sue antiche esperienze espressive che gli permettono di scoprire un mondo in guerra quando la sua arte si frammentava in astratte e rigorose geografiche geometrie, letture di una storia complessa. E che si riverbera in quei suoi moti i quali hanno fatto si che l’artista valicasse altri confini ed approdasse a quel Graal che è la luce e la sua rappresentazione. Paolo Massei  Lo scultore, nella sua indisciplinata disciplina, addomestica i vari materiali che tratta, e li plasma. S’avvicina ad essi senza aggressività col rispetto dovuto ad un qualcosa che potrebbe essere stato e non è più o, più semplicemente anche essere stato scartato. I suoi “Totem”, sviluppano energia ed emozioni; quel presumibile mondo,elevato a dimensione divina, stretto in una morsa, in verità per giacere perfettamente inserito nella natura, ora lanciato verso un’improbabile atmosfera, ora contenuto ed equilibrato. Gianni Mastrantoni Sofferenza ed evanescenza sono alla base della sua pittura. L’umanità presente nei suoi quadri è inquieta, sembra non avere mete da raggiungere, per quanto iscritta e circoscritta in luoghi appartenenti alla quotidianità. Ambienti rigorosamente collocati in secondo piano, quasi irraggiungibili, fanno si che le figure informi, raramente distinte in tratti somatici, siano spazzate via da venti striati di rosso che schiaffeggiano la tela, o avvolte in una spettrale nebbia. Gli stessi studi di nudo femminile, nella loro dinamicità, tradiscono l’angoscia di un qualcosa che non è compiuto, attraversati da un’inadeguatezza moraviana alla realtà. Paola Pagnotta nata ceramista date le sue origini e frequentazioni, si avvicina alla pittura sviluppando una ricerca personale e sperimentale che la porta a porsi dentro il problema espressivo collegando varie unità narrative non scevre da tensioni spirituali. Non abbandona il vestimento della terra, ma lo completa con un approfondimento figurativo pittorico. In particolare i suoi ritratti di donna, tradiscono una certa afflizione. Achille Quadrini  Nel divenire della sua articolata arte, imprime alle sue opere un ritmo colorato e giocoso che all’occhio saltano come primitivi percorsi elettronici che cangiano al capriccio del momento. Ma è nello sviluppo e nel racconto della città e degli spazi urbani che ulteriormente sorprende, in quanto gli elementi reali sono organizzati secondo una figurazione tendente all’astrazione. Per quanto trattate come elemento scenografico, le metropoli dell’artista, rivelano pur celandola la commedia esistenziale dell’uomo. Luigi Virili Artista a tutto tondo che ha vissuto appieno gli anni della contestazione giovanile aderendo a svariati movimenti, il Nostro si propone all’attenzione del pubblico con l’elaborazione di geometrie simmetriche dalle echeggianti note escheriane. Riempie il campo visivo con tonalità chiaro scure, dando la sensazione della reiterazione di percorsi sempre uguali a se stessi, annullando l’idea di spazio, strutturando il linguaggio a livello d’immagine senza distorsioni proiettando le sue architetture verso un infinito.