Plastic Food Project e Alessandro Ricci: lo sviluppo industriale

Fantacity-Perugia-Corso-VannucciAnche Plastic Food Project Fa La Cosa Giusta e, si presenta con incontri e performance alle scuole, come a tutti i visitatori, per smuovere ancora una volta le coscienze e sensibilizzare tutti verso la riduzione della produzione dei rifiuti. Tra le proposte di FA LA COSA GIUSTA, PLASTIC FOOD PROJECT e ALESSANDRO RICCI, guidano un incontro aperto a tutto il pubblico, verso scelte migliori e consapevoli nella vita quotidiana, mettendo in evidenza la vorticosità della società odierna, connessa alla riscoperta del lato ecologico umano. Lo scopo di Plastic Food Project è quello di promuovere una coscienza ed una consapevolezza delle conseguenze dello sviluppo industriale, che influenzano lo spirito dell’uomo molto più di quanto crediamo e di quanto influenzi il pianeta. Intorno alla società odierna inizia ad espandersi, la bolla della quarta rivoluzione industriale: la manifattura additiva, più comunemente conosciuta come stampa 3D. Questo tipo di processo produttivo, sembra avere infinite applicazioni e sbocchi pratici, da quelli tecnici a quelli tecnologici, dalla sanità, all’aeronautica, quasi senza limiti. La stampa 3D, permette soluzioni irraggiungibili, che a volte possono sembrare fantascientifiche, per altre tecnologie: la possibilità di passare direttamente da un disegno tridimensionale a un oggetto reale e funzionante; realizzare geometrie altrimenti impossibili da ottenere; produrre serie molto ridotte a basso costo. Sono valori che stanno effettivamente cambiando i processi produttivi ma anche gli interscambi sociali, e portare ad un nuovo assetto sociale, in cui procedure oggi ancora ritenute necessarie, possono diventare superflue o addirittura essere omesse (basti pensare ai trasporti, all’industria del petrolio e dei polimeri). Ma questa rivoluzione si sviluppa in un momento storico molto particolare: cambiamenti climatici, società alla deriva, economia impazzita, problemi di gestione dei rifiuti di ogni genere. La collaborazione con PLASTIC FOOD PROJECT, di Pierluigi MonsignoriPotsy, nasce in modo del tutto spontaneo, abbracciando così in pieno quello che è il messaggio decennale sulla riduzione della produzione dei rifiuti, tramite l’installazione di Land Art e progetti europei. Questa tecnologia permette di ridurre la produzione dei rifiuti già dall’origine, stampando il pezzo occorrente; i trasporti possono diventare superflui, le infrastrutture meno impattanti; gli imballaggi non più necessari. La riduzione dei rifiuti si pone oggi come una delle priorità da affrontare: l’invasione degli imballaggi, la cultura dell’usa e getta, i nuovi ritmi e stili di vita, hanno portato ad un aumento esponenziale dei rifiuti prodotti. A questo problema si aggiungono le difficoltà e i costi crescenti per lo smaltimento. L’unica risposta è un’inversione di tendenza: ridurre all’origine la quantità di materiale di scarto, acquistando in maniera intelligente e mettendo in pratica alcuni semplici comportamenti nella nostra vita quotidiana. Per cui, ridurre la produzione dei rifiuti: comunicando in maniera diretta con le persone, coinvolgendole anche sotto il punto di vista emozionale, come fa Plastic Food Project; coinvolgendole in scelte tecnologiche all’avanguardia come è appunto l’utilizzo sempre più ampio della stampa 3D. L’esempio dell’Umbria su questo ambito, e’ peculiare: un gruppo di aziende che operano oramai da anni nel campo dell’ARM ha strutturato le proprie risorse e competenze per offrire soluzioni e servizi del più alto livello qualitativo, con lo scopo di individuare e operare in competenze complementari che possono allargare il campo d’azione della rete. Il risultato è quindi, un distretto della manifattura additiva umbra ricca di competenze solide e complementari le une con le altre, ad alta specializzazione e di livello internazionale, che potrà offrire servizi decisamente significativi per l’industria sia locale che di più ampia rete nazionale e internazionale. Finalmente, grazie ad un approccio strategico maturo, l’Umbria potrebbe cogliere prima di altri le opportunità fornite dalle nuove tecnologie. Che l’Umbria sia una terra verde per un nuovo Eldorado? Un punto importante dove sviluppare nuove tecnologie al servizio della società, mantenendo quasi intatto e sempre verde il cuore d’Italia. Gli incontri sono il venerdì 2 e il sabato 3 mattina alle ore 11.45, e tutti i pomeriggi a partire dalle 16.00, con l’installazione presso il cortile esterno.