Un sorso d’Umbria al Merano Wine Festival

È giunta alla sua venticinquesima edizione, il Merano Wine Festival, diventato negli anni evento guida nel panorama eno-logico nazionale. Quest’anno arricchito non solo di eventi dedicati al vino, ma anche da una piccola rassegna cinematografica che vede il vino come filo conduttore. Proprio come un grande vino che sa evolvere nel tempo e tirar fuori dal suo profondo il meglio di se, così è il Merano Wine Festival. Infatti, è riuscito a diventare unno degli eventi a cui nessuno può mancare nel panorama internazionale. E nemmeno io. Una forte capacità di innovare il programma, senza restare in ambiti rigidi, ma cercando sempre il meglio e l’eccellenza nella qualità delle diverse regioni italiane, ma anche nei vini esteri. In modo particolare la Francia, senza tralasciare gli stati che fino a poco tempo fa erano considerati emergenti, ma che oggi, hanno dimostrato di sapersi far vale e riconoscere. Insomma una qualità superiore, che eccelle. Già la location, che ci fa immergere in quella ricca Mittle Europa, come in un ballo delle debuttanti, tra saloni di specchi, dove le scintille dei vini rendono vibranti le emozioni, oppure tra il salone grande, dove sembrano riviere feste e i vini fanno bella mostra di se e i vignaioli raccontano le loro storie. Come mille storie d’amore, una mille e una notte del vino. C’è da perdersi. Tra vini che raccontano le origini dell’Italia, e della Francia, tra vini che parlano di regioni, vitigni, e piccoli territori. Vini importanti e riconosciuti a livello mondiale, come lo Champagne, o o territori, che fanno parte di un immaginario collettivo, come la toscana; oppure una facile passeggiata tra vini e piccole cantine quasi sconosciute, ma che grazie alla ricercata qualità e al costante lavoro, sono diventate quasi un’istituzione. Per mantenere alto il livello presentato al pubblico, sono state selezionate solo 300 cantine italiane, e 100 quelle internazionali, tra Austria, Germania, Francia, Croazia, Serbia, Slovenia, Romania, Uruguai, Cile, Argentina. Tra le cantine italiane una selezionata scelta di quelle umbre: Antonelli San Marco, Arnaldo Caprai, La Madeleine, Lungarotti, Scacciadiavoli, Tenuta Patrizia Lamborghini; Lungarotti, Tenute Lunelli – Tenuta Castelbuono, Zanchi, per la sezione Bio e Dynamica. Il Merano Wine Festival, ha da sempre l’onore di ospitare la più prestigiosa associazione di Terroire francese: l’Union des Grands Crus de Bordeaux, che presenterà le anteprime di 25 storici Chateaux. E poi, la rassegna dedicata agli Champagne quest’anno è diventato un importante progetto grazie al quale sarà possibile degustare ben 220 tra le più conosciute bollicine francesi. Insomma, la selezione della qualità è il bigliettino da visita della manifestazione, ma non solo per quanto riguarda i vini, ma anche per il food, con uno sguardo sempre più attento e appassionato rivolto alla gastronomia italiana, proposto da GourmetArena. Ma anche un omaggio enogastronomico rivolto alle zone colpite dal terremoto Insomma, c’è proprio da perdersi, tra vini, show cooking, cocktail, masterclass, e un paesaggio da favola, che on tralascia i vini prodotti secondo le più moderne filosofie, quelle che rivolgono uno sguardo al passato, sono i vini biologici e biodinamici. Perché la qualità passa inanzi tutto attraverso le mani sapienti di chi cura con amore la vigna, per regalarci in un sorso di vino, emozioni, ricordi, passioni, e la tenacia di un lavoro millenario.