Annamaria Massari: un velo di salsedine come abito

Nella suggestiva ed austera cornice dell’antico rifugio dei pellegrini che ivi sostavano lungo la via che li avrebbe portati lungo il cammino di Santiago di Compostela, il “Tangram” di Perugia ha creato un accogliente spazio culturale dedicato non solo alla poesia ma anche a settimanali appuntamenti di musica da camera.

salsedinePERUGIA – Una nicchia alle porte della città, in via Bonfigli – di fronte al Cinema “Zenith” – che alla presenza di un pubblico attento e selezionato ha potuto godere della nuova produzione della Bertoni editore, una casa editrice che grazie all’omonimo fondatore, Jean Luc, sta ampliando i propri orizzonti offrendo occasioni di confronto ed approfondimento culturale su diversificati fronti. Ma ancora una volta è la poesia a farla da padrona; un settore che si sta riscoprendo e di cui Jean Luc Bertoni è uno dei principali fautori. “Salsedine” di Annamaria Massari è l’ennesima conferma di questa felice scelta.

La salsedine è quel leggero strato che i rimane sulla pelle una volta usciti dall’acqua; una doccia….e via!

Ma siamo certi che per Annamaria Massari sia solo questo?

La sua scrittura conserva la leggerezza non solo delle parole – che giungono dirette ed immediate al cuore ed alla mente che è invitata a rifletterle – ma del sorriso che accompagna i suoi scritti.

Che si volga alla figlia con dolenti riflessioni (“mai più sarà/ quello che io vorrei”), agli alunni (“ come piccole rondini/ teneteci nel cuore come facciamo noi”) o al nipotino (“sogno/espansione/azzurro/sembra piccola cosa”).

Ed i suoi pensieri volano  e trovano incarnazione in quel gran mare di silenzio che è la notte. Quando tutto intorno tace, la penna di Annamaria Massari scorre su fogli che prendono vita e imprimono nel tempo ricordi che si susseguono e ridestano attimi legati ad un amore che non c’è più o ad un luogo che di quell’amore conserva e perpetua indelebili immagini.

La notte è il luogo in cui  molti vivono il tumulto dei propri sentimenti ed afflizioni.

La notte per la nostra poetessa diviene diviene luminosa confidente, la porta che si apre  – sì sul dolore – ma lo sconfigge grazie alla serenità del suo verseggiare. Un dolore che è presenza/assenza (mai completamente annullato) ma che la sua poesia ribalta, vira verso sentieri luminescenti.

Ella  ha consapevolezza della vita, di quanto questa dia ed improvvisamente tolga irrimediabilmente, e ad essa si rivolge, ad essa si attacca con speranza, direi appagata, per quanto ha ricevuto e potuto godere.

Quello strato di salsedine che rimane attaccato alla pelle è difficile da tollerare, è fastidioso. Le mani vorrebbero levarlo ma è l’abito che la Massari ha scelto per sé, forse ruvido, fors’ anche scomodo ma è grazie ad esso che “affiorano i ricordi del passato / come quando c’è la secca in mare”.

La natura, il mare….sono gli altri elementi in cui la nostra trova rifugio e consolazione. La stessa nebbia che di solito nasconde, ai suoi occhi si fa complice compagna di “chiare sensazioni ed emozioni” e così la neve che incatena “ l’incantato pensiero ad ammirare”, è una “carezza dolce” che si stende nel mite silenzio dell’evocazione del grande amore della sua vita, ricordo che precipita a terra come un “nudo pulviscolo”.

Il suo lessico è immediato non ricco e/o ricercato; la restituzione del sentire più vivo è quello che ci offre Annamaria Massari: “io sono qui in silenzio a guardare”….d’altro non vi è bisogno per noi, se non continuare a cogliere il suo stupore per le cose belle, lasciando magari che un po’ di quella salsedine si posi su di noi e lasciarla lì…per l’acqua che la sciolga c’è ancora tempo! Se mai la scioglierà!