Si è aperta al pubblico il 1° aprile, tra scienza e fantascienza, l’affascinante mostra sui dinosauri, in due allestimenti nel complesso trecentesco di San Benedetto. Una grande mostra dedicata all’estinzione e al mondo dei dinosauri e resa ancora più straordinaria grazie al contesto geologico attinente, quello della Gola del Bottaccione.
La Gola del Bottaccione attraversa la catena dei Monti di Gubbio in senso trasversale rispetto alle grandi pieghe tettoniche dell’Appennino umbro-marchigiano. Questo consente l’osservazione dettagliata e continua della successione degli strati geologici dai più vecchi di 160 milioni di anni fino a circa 10 milioni di anni fa. Alla fine degli anni Settanta, le informazioni geologiche, hanno indotto un gruppo di ricercatori statunitensi coordinati da Walter Álvarez, a studiare il limite tra l’Era Secondaria Cretaceo e Terziaria, incuriosendosi sulla causa dell’estinzione di massa di esseri viventi avvenuta 65,5 milioni di anni fa. Insieme al padre Luis, vincitore del Premio Nobel nel 1968, e altri colleghi dell’Università di Berkeley, nei primi anni ottanta, scoprirono un’importante anomalia di Iridio al limite K/T. L’Iridio è un elemento molto raro nella crosta terrestre e più abbondante nei meteoriti, perciò di origine extra-terrestre. E questa osservazione ha permesso di elaborare la teoria dell’estinzione dei dinosauri a causa di un meteorite e del suo impatto sulla superficie terrestre, provocando importanti sconvolgimenti ambientali con profondi cambiamenti climatici, un violento abbassamento della fotosintesi clorofilliana e conseguenti crisi biologiche, sismi catastrofici e onde di maremoto. Tutti eventi che sono stati registrati in particolare nelle rocce prossime alla zona dell’impatto che sembra sia avvenuto nella parte settentrionale della penisola dello Yucatan in Messico. Gli stessi eventi sono registrati, oltre che dalle rocce, dai microfossili presenti nei sedimenti, in particolare i fossili di foraminiferi, organismi unicellulari con guscio calcareo delle dimensioni del decimo di millimetro che vivevano nelle acque marine. Lo studio dettagliato di questi microfossili, molto presenti nelle rocce della Gola del Bottaccione, permette ancora oggi di ottenere informazioni sulla temperatura e sulla composizione chimica delle acque marine.
I molteplici visitatori che si recano ad ammirare la mostra, vengono immersi in un avvincente connubio tra preistoria e tecnologia.
A completamento di queste straordinarie esposizioni, che saranno visitabili fino a domenica 1 ottobre 2017, sono previste numerose giornate-evento che spazieranno da workshop a conferenze divulgative, da laboratori a visite guidate, oltre a proporre una ricca offerta didattica rivolta alle scuole, con l’organizzazione e l’ideazione a cura di Anna Giamborino, geologa e Presidente dell’Associazione Paleontologica Paleoartistica Italiana.
La mostra nel fine settimana di Pasqua, resterà aperta nei seguenti giorni ed orari: venerdì 14 aprile 2017 dalle ore 14:30 alle ore 19:00; sabato 15, domenica 16, lunedì 17 aprile 2017 dalle ore 10:00 alle ore 19:00.
Il Complesso di San Benedetto
Il monastero di San Benedetto è stato fondato dai Benedettini Neri. Nel 1338 fu concesso ai Monaci Olivetani di San Donato di Madonna del Ponte. Quando questi furono trasferiti nel monastero di San Pietro il convento fu donato alle Clarisse di S. Maria del Pellagio. La chiesa fu ristrutturata agli inizi del Settecento sotto la direzione del conte Antonio Francesco Berardi di Cagli. All’interno si possono ammirare stucchi di raffinata esecuzione, i preziosi marmi che compongono i tre altari, nonché le straordinarie pale d’altare dei più prestigiosi autori della grande stagione romana della prima metà del Settecento.