Ultima domenica di maggio, il Palio della Balestra Una sfida tradizionale con la balestra antica all’italiana da postazione, tra i Balestrieri di Gubbio e quelli di Sansepolcro

È una sfida tradizionale con la balestra antica all’italiana da postazione, tra i Balestrieri di Gubbio e quelli di Sansepolcro che si danno appuntamento ogni anno nella suggestiva Piazza Grande. L’obiettivo è quello di centrare il “tasso”, un bersaglio posto a 36 metri di distanza e il balestriere che riesce a colpire il punto più vicino al centro del bersaglio riceve come premio il Palio, uno stendardo realizzato ogni anno da un noto artista. Durante la manifestazione si esibisce anche il gruppo Sbandieratori di Gubbio. Terminata la competizione nobili e balestrieri delle due città sfilano in un suggestivo corteo storico per le vie della città. La secoda domenica di settembre la sfida si ripete nella città di Sansepolcro, in Piazza Torre di Berta.

Abbiamo parlato con Marcello Cerbella, Presidente della Società Balestrieri di Gubbio, per conoscere più da vicino i balestrieri e la “celebrazione” secolare, del Palio di maggio.

Da quanti anni Lei partecipa al Palio della Balestra? Faccio parte della Società Balestrieri di Gubbio dal 1989, dapprima come balestriere, poi come responsabile, segretario fino all’elezione a Presidente avvenuta quattro anni fa e alla riconferma di quest’anno.

Ci parli dei balestrieri e della nascita del Palio. Durante il Medioevo le guerre tra comuni generò l’esigenza di avere, in caso di necessità, uomini armati pronti a difendere la propria città. Si costituirono così le “Compagnie del popolo” o “Società d’Armi” che rimasero in servizio sino all’epoca delle Signorie. Ogni balestriere doveva dotarsi di balestra con corda e crocco, appartenere a classe agiata o popolana, non stare a servizio di nessuno al fine di essere libero di esercitarsi nei giorni festivi. Per quanto riguarda la disputa del primo Palio si sono formulate varie ipotesi. Si ritiene coincidesse con il periodo delle fiere durante le quali, nei momenti di libertà, gli uomini si cimentavano in prove di abilità con la balestra. La prima testimonianza che si ha sulla disputa del Palio – l’ipotesi più antica e certa in quanto documentata dalle cronache di Ser Guererius ser Silvestri Angelelli Manni de Campionibus, biografo del Duca Federico da Montefeltro – riporta della visita a Gubbio di Madonna Battista Sforza, moglie del Duca, che il 17 maggio 1461 andò a vedere balestrare il Palio in Piazza Grande. Si ha conoscenza di vincitori del Palio gia a partire dalla fine del 1500.

La balestra, oggi come allora? Ciò che ha sempre distinto i balestrieri di Gubbio e di San Sepolcro, oltre alla continuità storica della festa, è certamente l’utilizzo della tipologia dell’arma usata: una balestra antica all’italiana da postazione, che ha mantenuto negli anni gli stessi requisiti di costruzione di un tempo, pur adeguandosi all’uso di materiali più moderni. Nella balestra l’arco è il componente più importante. Oggi gli archi sono in acciaio, prima si usavano materiali come legno o corna di animali. La corda, assieme all’arco a cui è collegata, fa parte del sistema di spinta della verretta. La sua spinta è di circa 400 chili. Anche i materiali con cui sono realizzate oggi le corde sono sintetici, ma fino a pochi anni fa erano di origine animale o vegetale come il lino o la canapa.

Che valori trasmette una tradizione secolare come il Palio? Innanzitutto tengo a precisare che il Palio della Balestra non è né una gara né una rievocazione storica, ma una celebrazione frutto di una continuità storica. Si svolge a maggio proprio perché è in onore del Santo patrono di Gubbio, sant’Ubaldo, tanto è vero che nel passato si celebrava il 17 maggio, durante la fiera o comunque a ridosso della festività del patrono. Solo con il passare del tempo, per comodità, la data è stata spostata all’ultima domenica di maggio. Invece, a San Sepolcro, si tiene la seconda domenica di settembre. La Balestra è una nobile arte che intendiamo trasmettere ai giovani e che, come tutte le manifestazioni storico-folcloristiche, ha lo scopo di mostrare le bellezze storiche della nostra città. Oserei dire: “Ceraioli si nasce ma Balestrieri si diventa”. Ultimamente si è riscontrato un accostamento maggiore dei giovani a questa arma antica, ma prima di fare domanda per essere annoverati nel gruppo balestrieri, si deve dimostrare, per almeno tre anni, un sincero attaccamento e un grande impegno. Tra le iniziateve per avvicinare anche i giovanissimi alla balestra abbiamo indetto un concorso pittorico destinato ai bambini di quinta elementare. I piccoli vengono invitati, assieme ai loro genitori, ad assistere al Palio e a produrre un disegno che rappresenti le loro emozioni difronte a ciò che hanno visto. Le segreterie delle scuole provvedono a consegnarci i disegni con cui viene allestita una mostra che quest’anno si terrà l’1 e il 2 giugno presso la sede dell’Università dei Falegnami in via Savelli.

Quest’anno cosa viene rappresentato sul palio, ovvero lo stendardo che viene consegnato alla società a cui appartiene il balestriere primo classificato? Precisiamo che il palio è unico, appartiene al Tesoro culturale delle due città: Gubbio e Sansepolcro. Quest’anno è stato disegnato dal maestro Enzo Carnebianca il quale ha voluto raffigurare Sant’Ubaldo che benedice due balestrieri in costume: uno del passato con i colori di Gubbio e uno del futuro con un costume spaziale, tutti e due in ginocchio in attesa di ricevere la benedizione dal Santo Patrono della città. Vorrei aggiungere anche che, mentre alla società viene consegnato l’ambito palio, al balestriere che colpisce il centro va una spilla d’oro a mo’ di verretta o freccia, al secondo una spilla d’argento con piume d’oro e al terzo un spilla d’argento

Cos’altro ha in programma la Società dei Balestrieri nei giorni antecedenti al Palio? Il giorno prima del Palio, sabato 27 maggio, si terrà alle ore 21.15 presso la chiesa di San Francesco il consueto concerto. La novità di quest’anno è che non sarà la banda comunale di Gubbio ad esibirsi ma il coro e l’orchestra sinfonica Amadeus di Milano diretti dal maestro Marco Raimondi, all’organo il fratello Enrico Raimondi.