Casa Sorella Povertà, a Spoleto un esempio di accoglienza e solidarietà La crisi economica, le difficoltà in cui versano numerose aziende con conseguenti licenziamenti sono alcuni degli elementi che hanno contribuito a determinare lo stato d’indigenza.

casa sorella povertàSPOLETO (PG) – In Italia e, purtroppo anche nella nostra regione, da alcuni anni a questa parte si deve registrare un fenomeno che mai avremmo pensato di dover sottoscrivere, né tanto meno, di dover tornare a fare i conti: la povertà. La povertà in Italia colpisce sempre più le famiglie numerose, gli stranieri, la fascia d’età tra i 45 e i 50 anni, chi vive in città e non risparmia nemmeno il Nord. Sono 4 milioni e 598 mila le persone in povertà assoluta, il 7,6%, secondo i dati diffusi il 14 luglio dall’Istat relativi al 2015, con un aumento di quasi 500 mila in più rispetto all’anno precedente poiché collocati all’interno di famiglie numerose. Il dato sulle famiglie in povertà assoluta infatti rimane stabile: 1 milione e 582 mila. Sono “poveri assoluti” tutti coloro che non hanno risorse sufficienti per una vita dignitosa e coprire i fabbisogni essenziali come il cibo, la casa, l’istruzione, la sanità. Vediamo i numeri nel dettaglio, cominciando dalla “povertà assoluta”, cioè la mancanza di beni e servizi essenziali per una vita minimamente accettabile in un certo contesto sociale. Per il 2016 l’Istat stima che questa condizione coinvolga 1 milione 619 mila famiglie (il 6,3%), per un totale di 4 milioni e 742 mila individui (il 7,9% della popolazione totale). Il numero delle famiglie torna ai livelli del 2013 (quando erano 1 milione 615mila), ma il numero delle persone tocca il valore più alto dal 2005 e questo perché – osserva l’Istituto nazionale di statistica – “la povertà assoluta è andata via via ampliandosi tra le famiglie con quattro componenti e oltre, e tra quelle con almeno un figlio minore”.

L’economista Pierluigi Maria Grasselli, Direttore dell’Osservatorio Caritas diocesana di Perugia intervenendo sull’ultimo Rapporto Istat ha evidenziato come «Il drammatico aumento del fenomeno povertà anche in Umbria richiede una maggiore e concreta collaborazione dell’Alleanza “pubblico-privato” prevista dalla normativa vigente». Alla sua si è unita anche la voce di Cristiano Gori, autorevole studioso del welfare sociale, il quale auspica oltre l’attivazione di un vero Piano nazionale contro la povertà, il potenziamento di un welfare locale per “dare ai poveri la possibilità di riprogettare la propria vita”.

E fintanto che si attendono notizie d’interventi tangibili sul fronte politico, è sempre il volontariato la forza su cui sperano e confidano le tante famiglie bisognose.

Ad esse – e non solo a queste – provvede la neonata “Casa Sorella Povertà”, la quale – come si evince dal nome – trae ispirazione dall’opera di S. Francesco ed ha lo scopo di svolgere attività di accompagnamento e sostegno spirituale, umano e psicologico verso tutte quelle persone che hanno incontrato nel cammino della loro vita problematiche o difficoltà di vario genere al fine di reinserirli socialmente nella vita quotidiana di tutti i giorni. Forti del messaggio di un’altra grande figura della chiesa, Madre Teresa di Calcutta prendono ispirazione da lei che diceva che “nella vita non possiamo fare grandi cose ma solo piccole cose fatte con grande amore”.
Casa Sorella Poverta’, nasce dall’esperienza dei pellegrinaggi  fatti da Roberto Russo sia in Euoropa che in Terra Santa e, tra le altre attività, aiuta ragazzi che si sono trovati in difficolta’ durante il cammino della vita. Roberto Russo ora ne e’ il presidente ed e’ affiancato da Padre Enzo nella guida spirituale della stessa.

La Casa, che si trova presso il convento dei frati cappuccini a Spoleto, in via dei Cappuccini 9, e’ il luogo dove i ragazzi hanno l’opportunita’ di ritrovare un loro equilibrio, attraverso il lavoro nei campi e con i vari animali che gli sono stati donati nel tempo. Si, perche’ la Casa nasce e vive in totale provvidenza sin dalla sua nascita, circa due anni fa, e tanti sono stati i generosi gesti da parte delle persone che hanno donato oggetti, da mangiare, animali e il loro tempo.

Durante l’anno, la Casa organizza eventi di vario tipo per farsi portare avanti diversi progetti sociali scelti di volta in volta; lo scopo e’ anche quello di stare insieme, conoscersi e condividere momenti conviviali.

L’evento recente di domenica 17 settembre è stato organizzato al fine di aiutare ad ultimare i lavori di ristrutturazione di una casa di una famiglia, resa inagibile dal terremoto dello scorso anno: un gesto concreto per ridare speranza e fiducia a chi l’aveva persa.

Momento saliente della giornata, l’intervento di Mario Polia, storico, antropologo, etnografo e archeologo italiano specialista in antropologia religiosa e storia delle religioni, che ben conosce la Valnerina e le sue tradizioni. Affrontando la tematica “LA VITA COME VIAGGIO PER DIVENTARE SE STESSI”, l’antropologo ha portato la testimonianza sulla sua esperienza di vita fatta di relazione e di incontro con la cultura andina del Perù da cui ha appreso la profonda visione di rispetto verso la natura e di dedizione altruistica verso il prossimo. Particolarmente interessante poi l’excursus filosofico sul tema del viaggio a partire dal “NOSCE TELPSUM-CONOSCI TE STESSO” massima religiosa greco antica iscritta sul tempio di Apollo a Delfi, fatta propria da Socrate, come un invito a conoscere se stessi e la propria natura umana prima di procedere nella via del sapere e quindi della virtù. Da Socrate  a Nietzsche fino ad arrivare a San Francesco di Assisi che ha fatto del suo viaggio e della sua ricerca interiore uno strumento per entrare in contatto con il Signore. Francesco ha obbedito a Dio in tutti i suoi momenti della sua vita perchè aveva capito che aveva bisogno di lui per riempire il suo cuore; il Signore lo aspettava fuori la sua città, lì a Spoleto quando gli ha chiesto se era meglio servire il padrone o il servo dicendogli di ritornare nella sua terra. Inizia lì il suo cammino di spogliazione, lì Francesco ha iniziato a dire si sul serio a Dio; a rinunciare ai suoi ideali umani e alle sue realtà terrene per entrare ad Assisi e continuare quel cammino di umiltà e di profondo riconoscimento di chi sei tu e di chi è il Signore per te al fine di rinascere a vita nuova.