L’artista Loriano Aiazzi espone al Museo Diocesano per tutto il mese di luglio Per la sua prima personale in terra umbra, Loriano Aiazzi, scultore dalla trentennale carriera, ha scelto Gubbio e e il Museo Diocesano, per costruire un dialogo con opere contemporanee che del Medioevo mantengono la severa sobrietà

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Una veduta del Palazzo dei Canonici che ospita il Museo Diocesano

GUBBIO (PG) – “Sacra Fragmenta” è il titolo dell’esposizione di otto  sculture selezionate dal curatore Niccolò Lucarelli, con il patrocinio del Comune di Gubbio e dei Musei Ecclesiastici Umbri. La mostra è visitabile dal 2 al 28 luglio, tutti i giorni, a eccezione del lunedì, dalle 10,30 alle 18 e resterà aperta fino al 28 luglio.   « Come assessore alla cultura  non posso che esprimere la mia soddisfazione per la possibilità di ospitare negli splendidi ambienti del museo Diocesano le opere di Loriano Aiazzi  –  dichiara  l’assessore Nello Fiorucci  –  che potranno esprimere al meglio la loro intensità nel contrasto con le antiche pietre dell’ambiente che le ospiterà, in linea con  la  “sublime povertà” del tratto scultoreo di Aiazzi. A questa sobrietà formale se ne accosta una concettuale, scevra di suggestioni barocche, rivolta direttamente alla “nudità” dell’individuo, agli aspetti primordiali ed essenziali della sua anima e della sua psicologia, quel suo ammirato guardarsi sospeso fra Cielo e Terra, in un continuo bisogno di conoscersi ».  Due delle opere esposte sono concesse in prestito dalla Chiesa di Santa Maria delle Carceri di Prato. Nella sua trentennale carriera Loriano Aiazzi (Pistoia, 1955), affronta temi sacri e mitologici, indagando l’individuo in maniera attenta e profonda, con quella sublime essenzialità di tratto che lo avvicina ai maestri arcaici, etruschi e magnogreci. Fra le mostre all’attivo, la Biennale di Venezia nel 2011, la personale al Palazzo della Regione Toscana a Firenze nel 2008, la collettiva Immagina presso l’Istituto di Cultura Italiana di Colonia nel 2012, e la doppia personale con Sergio Monari alla Regione Lombardia, a Milano, nel 2018. Sue opere a carattere sacro si trovano in numerose chiese toscane e la Museo Francescano di Gerusalemme.  Apice della mostra, il Cristo crocefisso, vicino al cuore di chi osserva per la sofferente, legnosa carnalità che esprime, per quel suo essere uomo fra gli uomini, fratello degli ultimi. Il solido ginepro dell’aspra Corsica diventa la pagina scolpita di un ideale Vangelo laico, con tutto il peso della storia millenaria dell’umanità; la sfera blu, simbolo di saggezza, riposa su quell’omero che sembra squarciato, così come la lunga spina argentata trafigge il corpo per buona parte della sua lunghezza. Terra e Cielo si fondono in quest’opera che unisce la spiritualità alla crudeltà, l’alfa e l’omega dell’essenza dell’individuo.

FONTE: Ufficio Stampa Comune di Gubbio