“Disegni a matita di David Booker” Una mostra promossa da Assessorato Cultura e Turismo del Comune di Bettona - Sistema Museo

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David Booker con un suo disegno a matita di un albero

BETTONA (PG) – Il paese più tranquillo dell’Umbria! ha esclamato David Booker visitando il paese la prima volta. Certo è che a Bettona una improvvisa sensazione di sospensione del tempo accompagna chi entra nel borgo! Si cammina piano e con lo sguardo lento, ora gettato dall’alto sulla vallata brulicante di natura e di vita e ora rivolto dal basso verso l’alto per ammirare i tesori preziosi custoditi entro le mura maestose e sulle pareti delle tante chiese e dei palazzi. Il nome antico di Bettona : “Vetumna” significa probabilmente “luogo degli antichi” cioè dei popoli che la abitavano prima ancora degli Etruschi. Le Mura Etrusche, composte da pietre ciclopiche d’arenaria risalenti al VI secolo a.C., sono integre per lunghi tratti della cinta, e altrove sono inglobate da quelle medievali. Queste mura possenti, la storia affascinante del Santo Patrono Crispolto, e la maestosità della quattrocentesca porta chiodata di accesso alla città hanno ispirato David Booker per la scelta della nuova serie di disegni a matita in mostra al Museo della Città da sabato 20 luglio e fino al 29 settembre. Una ventina di grandi opere che, nella loro sobria monocromia interrotta solo da rari sfondi blu, offrono alla contemplazione oggetti mai visti eppure consueti. Sono cartoni scartati, scatole vuote, pezzi meccanici. Oggetti che recuperati dai contenitori del riciclo si prendono tutta la scena, rivendicano la propria identità e si impongono come unici protagonisti di un dialogo metafisico. Tutti gli elementi presenti nelle composizioni di David paiono riemergere dal silenzio e dall’abbandono, sfidare la precarietà e lo scorrere del tempo con la ricca varietà di texture, forme e sfumature di toni di grigio e spiragli di colore. Il genere della natura morta è rivisitato da David Booker in chiave postindustriale, con un approccio ecologico radicale che rinnova e diffonde, attraverso la bellezza del disegno, il messaggio ecologista di allerta per gli equilibri naturali e richiama alla riflessione sulle piccole scelte personali che possono, ancora, cambiare il destino del nostro pianeta. E allora il viaggio a Bettona e l’incontro con la Slow Art di David Booker assume il senso di una ricerca nell’arte del passato e del presente, nel silenzio e nell’assenza, di una dimensione più umana della vita, punto di partenza per un impegno più profondo nella ricerca di uno stile di vita sostenibile.
David Booker è nato in Australia nel 1954. Lì, ha scolpito nel legno della Tasmania la sua prima scultura, il Totem. Si è poi trasferito in Inghilterra dove ha lavorato in una fabbrica di sidro prima di arrivare in Italia per trovare un blocco di marmo e scolpire la sua prima scultura in marmo. Dal 2008 ha iniziato ad esporre le sue opere su carta in cui scatole, cartoni, pezzi meccanici e materiali di scarto divengono oggetto di contemplazione in nature morte indagate nella loro consistenza fisica, resa attraverso un dialogo tra luci e ombre che richiama le sue opere scultoree. David Booker vive e lavora in Umbria.

www.davidbookersculptor.eu
www.slowart.it
@davidbookersculptor

Museo della Città, Piazza Cavour 3, Bettona 

dal 20 al 29 settembre 2019
Ingresso libero dal martedì alla domenica10.30-13.00 / 15.00-18.00 e nei giorni di apertura straordinaria del Museo durante gli eventi speciali estivi di Bettona.

Vernissage sabato 20 luglio dalle 18.00 con presentazione a cura del Sindaco Lamberto Marcantonini e dell’Assessore alla Cultura e al Turismo Franco Massucci.

Alle 18.30 sarà offerta un’esperienza guidata e gratuita di Slow Looking con aperitivo conviviale insieme all’artista offerto dalle Cantine Vetunna e dalla Pro Loco. Per l’occasione il Museo della Città resterà aperto al pubblico per una suggestiva visita guidata notturna alle sue preziose collezioni.

Disegni a matita di David Booker
Disegni a matita di David Booker – Scatola aperta 2019

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

FONTE: Valeria Giovagnoli