L’omaggio dell’Università per Stranieri di Perugia ad Andrea Camilleri Il 26 settembre prossimo un grande evento culturale

Andrea Camilleri
Andrea Camilleri

PERUGIA – Il prossimo 26 settembre Andrea Camilleri sarà ricordato all’Università per Stranieri di Perugia che prima del suo ricovero in ospedale, il 17 giugno scorso, aveva deliberato di attribuirgli la laurea honoris causa. La delibera del consiglio di dipartimento è infatti datata 11 giugno. «Dopo la scomparsa di Camilleri – spiega la rettrice, Giuliana Grego Bolli – abbiamo deciso di non comunicare la notizia, ma solo ora, a distanza di una settimana, riteniamo sia giusto far sapere che il nostro ateneo aveva voluto rendere omaggio allo scrittore e all’uomo di cultura conosciuto e letto in tutto il mondo». Le motivazioni per l’attribuzione del riconoscimento erano state lette a Camilleri durante un incontro avvenuto nella sua casa di Roma, il primo giugno scorso.
L’omaggio «In quell’occasione – aggiunge Giovanni Capecchi, docente di Letteratura italiana della stessa Università per Stranieri e promotore dell’iniziativa – abbiamo manifestato a Camilleri anche la volontà di dedicare una giornata di studio alle sue scritture il prossimo 26 settembre. Quando gli abbiamo letto la bozza di programma, con interventi dedicati soprattutto alle sue pagine senza il commissario Montalbano, Camilleri ci ha detto di essere commosso per questa iniziativa e ha manifestato alla figlia il desiderio di venire a Perugia in settembre». Lo scrittore il 26 settembre prossimo sarebbe dovuto essere a Perugia, a Palazzo Gallenga, sede della Stranieri, ma ci saranno studiosi, intellettuali, studenti, familiari e amici che parleranno di lui. «Sarà il nostro omaggio a Camilleri», conclude la rettrice Giuliana Grego Bolli.

Laurea Honoris Causa ad Andrea Camilleri

Notizie bio-bibliografiche
Andrea Camilleri, nato a Porto Empedocle il 6 settembre 1925, ha iniziato a scrivere fin dagli anni dell’immediato secondo dopoguerra, pubblicando tra il 1945 e il 1950 testi poetici su riviste come «Mercurio» e «Pesci rossi» e racconti su «L’Ora» di Palermo e «L’Italia socialista».
Entrato come studente all’Accademia di Arte Drammatica di Roma, nel 1974 diventerà docente di Regia teatrale, sostituendo il suo maestro, Orazio Costa. È redattore dell’Enciclopedia dello spettacolo, collabora a «Scenario», a «Il Dramma» e ad altre riviste del settore e si occupa di numerose regie per la televisione, il teatro e la radio. Nel 1959 esce il suo volume I teatri stabili in Italia 1898-1918. Sui palcoscenici italiani porta oltre cento spettacoli e, tra questi, Finale di partita di Beckett, numerose commedie di Pirandello, alcuni poemi di Majakovskij. In televisione, come dipendente della Rai per un trentennio a partire dal 1958, produce tra l’altro le prime commedie di Eduardo De Filippo (al quale dedica anche un volume, edito nel 1961) e tutta la serie degli sceneggiati del tenente Sheridan e del commissario Maigret, affiancando, per quest’ultimo lavoro, lo sceneggiatore Diego Fabbri e imparando – come ha più volte ripetuto – il meccanismo del “giallo”.
Nel 1968 scrive il suo primo romanzo, Il corso delle cose, che impiega dieci anni per trovare un editore: lo pubblica una piccola casa editrice, Lalli di Poggibonsi, nel 1978. Due anni dopo, nel 1980, esce con Garzanti Un filo di fumo. Aiutato dall’amicizia con Leonardo Sciascia, entra in contatto con Elvira Sellerio e inizia a pubblicare il suoi libri con la casa editrice siciliana: del 1984 è La strage dimenticata e del 1992 esce La stagione della caccia, al termine di una lunga pausa narrativa, in anni in cui prende congedo dal teatro con le ultime regie.
Una svolta, nella produzione di Andrea Camilleri, avviene tra il 1994 e il 1995: in questi due anni, infatti, escono La forma dell’acqua e Il birraio di Preston. Il primo apre la serie dei “gialli” che hanno come protagonista il commissario Salvo Montalbano, che ha mantenuto e accresciuto la sua popolarità fino ad oggi, con romanzi pubblicati regolarmente e anche grazie agli sceneggiati televisivi; il secondo rappresenta uno dei vertici nel filone dei cosiddetti romanzi “storici e civili” e sarà seguito da libri come La concessione del telefono, La mossa del cavallo, Il re di Girgenti, La rivoluzione della luna.
Camilleri, che ha pubblicato più di cento titoli, è oggi studiato da italianisti ma anche da sociologi, storici, esperti di mercato editoriale. Nonostante la cecità, con la quale convive da alcuni anni, prosegue il suo impegno nella scrittura, seguendo molteplici filoni narrativi (non solo il “giallo” e il romanzo storico, ma anche la narrativa fantastica e quella memoriale, legata alla ricostruzione di incontri importanti nel bilancio di una vita), dettando le sue storie e continuando a ricevere riconoscimenti in tutto il mondo.

Motivazioni
Sono molteplici i motivi per i quali l’Università per Stranieri di Perugia propone di assegnare ad Andrea Camilleri, in occasione del suo novantaquattresimo compleanno, la Laurea Honoris Causa in Insegnamento dell’italiano a stranieri (Itas).
Camilleri ha dedicato la vita alla cultura, all’insegnamento e alla scrittura: dietro al successo raggiunto a settant’anni, c’è una storia ininterrotta di letture e una convivenza con il testo letterario, spiegato e comunicato a generazioni di studenti, che dopo aver frequentato con lui l’Accademia di Arte Drammatica di Roma, hanno spesso intrapreso strade importanti nel campo del cinema, della televisione, ma anche della narrativa e della scrittura teatrale.
Da oltre vent’anni è uno scrittore noto a livello internazionale: i suoi libri sono tradotti e letti in tutto il mondo, vengono studiati nelle Università (divenendo oggetto di corsi, di ricerche, di tesi di laurea e di dottorato in molti Dipartimenti di Italiano), sono utilizzati per avvicinare gli studenti non italiani alla lingua e alla cultura del nostro paese.
Camilleri è lo scrittore che ha costantemente riflettuto sulle tematiche dell’accoglienza e dell’incontro tra culture diverse, sia attraverso i racconti che hanno come protagonista il commissario Salvo Montalbano, sia con i romanzi storici e civili o i saggi narrativi, sia in occasione di interviste o di dichiarazioni rilasciate ai mezzi di informazione. Le sue pagine appartengono alla cultura del Mediterraneo, mare di incontri e di incroci culturali. Spesso attraverso il ricorso all’ironia e alla leggerezza, Camilleri non ha mai smesso di confrontarsi con alcuni momenti nodali nella storia della Sicilia e dell’Italia (dal Seicento all’Ottocento post-unitario fino al ventennio fascista) e non ha interrotto la riflessione sull’Italia del presente, facendo assumere alle sue pagine un costante rilievo civile.
Camilleri ha inventato una lingua, basata sull’italiano, ma con parole ed espressioni dialettali, in parte vere e in alcuni casi rielaborate con la fantasia, del presente ma anche del passato: e proprio questa lingua mescidata è divenuta uno dei punti di forza della sua scrittura. È anche autore di numerosi romanzi scritti interamente in italiano e ha rivendicato, a proposito di queste storie, il suo diritto a sperimentare una lingua diversa da quella con la quale, fin da Il corso delle cose, si esprime naturalmente. I suoi racconti (pubblicati spesso su quotidiani e poi raccolti in volume), insieme a brani tratti dai romanzi, vengono sempre più spesso antologizzati in testi scolastici per i diversi gradi di istruzione, in Italia e fuori dall’Italia.
Camilleri ha contribuito, con il successo di pubblico raggiunto, a far nascere nuove esperienze narrative, soprattutto nell’ambito del “giallo” e del poliziesco, e ha svolto la funzione di “promotore della lettura”, citando, in molte sue pagine, libri di altri.
Ha infine fatto nascere, intorno a sé, un vero e proprio laboratorio internazionale sulla traduzione: trasportare le sue storie in una lingua diversa dall’italiana è divenuta una sfida e un’occasione di riflessione per traduttori di tutto il mondo, che hanno adottato, di volta in volta, strategie e tecniche diverse per il loro lavoro, discutendo queste scelte con lo stesso Camilleri, spiegandole in convegni e su riviste scientifiche, aprendo dibattiti che hanno coinvolto – ovunque – anche i lettori.

FONTE: Ufficio Stampa Università per Stranieri di Perugia