La mostra interattiva “Germanico Cesare… a un passo dall’impero” si inserisce in un anno tutto dedicato alla figura di Nerone Claudio Druso Germanico e al suo mondo.
Sarà visitabile fino al 31 gennaio 2020.
La mostra è organizzata dal Comune di Amelia, dal Comitato Nazionale per le celebrazioni della morte di Germanico Cesare e dalla Regione Umbria, con la collaborazione della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, con il sostegno e il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo e della Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni. Il progetto multimediale è stato realizzato da Progetto Katatexilux; la mostra è prodotta da Sistema Museo.
Nerone Claudio Druso Germanico muore a 34 anni, il 10 ottobre del 19 d.C., al culmine della carriera politica e all’apice della popolarità. Per le sue capacità militari e diplomatiche egli divenne una tra le più apprezzate figure della società romana dell’epoca. Destinato a succedere al trono alla morte dello zio naturale e padre adottivo Tiberio, la sua scomparsa prematura gettò l’Impero romano in un momento di profondo cordoglio e numerose statue vennero erette in suo onore. La statua loricata in bronzo, rinvenuta nel 1963 ad Amelia, rappresenta oggi una rara testimonianza della gloria di questo personaggio.
La ricorrenza del bimillenario della morte di Germanico diviene così un’opportunità non solo per promuovere questo capolavoro della statuaria antica, ma per approfondire i numerosi aspetti che riguardano il personaggio sia nell’antichità sia nell’età post-antica.
La mostra installazione racconta e ricostruisce il destino di Germanico e della sua famiglia con una narrazione ottenuta tramite installazioni evocative che hanno come filo conduttore la storia del generale romano e potranno coinvolgere tutte le fasce di visitatori. Con questa mostra, il museo di Amelia diventa uno spazio ancora più accattivante, dove i visitatori troveranno supporti adatti a tutti: esperti, utenti non specializzati, adulti, giovani e bambini.
www.bimillenariogermanico.it @bimillenariogermanico
FONTE: Ufficio Stampa Sistema Museo.