Tesori dell'Umbria

Da Assisi a Gubbio: il cammino percorso di San Francesco

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Nelle giornate dell’1-2-3 settembre, torna il tradizionale pellegrinaggio a piedi da Assisi a Gubbio “Il Sentiero di Francesco”. Tre giorni sui passi del Poverello, ripercorrendo l’itinerario compiuto dal Santo nell’inverno tra il 1206 e il 1207, dopo la scelta radicale espressa con la “spogliazione” e la rinuncia all’autorità paterna.
Dopo la spogliazione, infatti, il santo si incamminò verso Gubbio che costituì la prima tappa di un lungo cammino geografico e, ancor più, spirituale che il poverello di Assisi condusse in vita e che raggiunge il suo culmine sul monte della Verna con l’esperienza mistica dell’incontro con Dio, che impresse nella sua carne i segni della passione del Signore Gesù: le stimmate. Gubbio costituì la prima tappa del suo cammino per svariati motivi. Primo fra tutti il legame tra Francesco e il Beato Giacomo spadalonga, commerciante di stoffe eugubino e amico di famiglia, che lo rivestì del primo “saio” francescano. Degno di nota è il fatto che sul “fondaco” della famiglia spadalonga, in piazza 40 martiri, è stata edificata la Chiesa e il convento di S. Francesco. A custodia di questo importante luogo francescano vi sono i frati minori conventuali. Ma vi è almeno un altro motivo importante della venuta di Francesco a Gubbio. Pochi anni prima della sua spogliazione era stato canonizzato il grande vescovo eugubino Ubaldo e, in quegli anni la sua fama in tutta l’umbria era tale che è verosimile il fatto che Francesco possa essere venuto a Gubbio attirato dalla fama di santità del vescovo eugubino. Molto probabilmente il poverello d’Assisi ha pregato sul feretro di S. Ubaldo, visto anche l’amicizia che l’ha legato al “successore di S. Ubaldo” il Beato Villano che non poteva non accompagnarlo davanti al suo illustre predecessore chiedendogli aiuto e protezione. E, in effetti, se ci pensiamo bene, c’è un legame profondo che unisce Ubaldo e Francesco: entrambi sono riconosciuti come santi della pace e della riconciliazione. Ma c’è ancora un altro elemento significativo collegato con la venuta di Francesco a Gubbio: il vescovo villano mise alla “prova” la conversione di Francesco chiedendogli di servire Cristo nei lebbrosi nel vicino lebbrosario di S. Lazzaro, fuori le mura della città di Gubbio. Come ebbe a dire il vescovo emerito della diocesi di Gubbio Mario Ceccobelli questo itinerario è un cammino che segna il passaggio da Francesco figlio di Bernardone a Francesco figlio di Dio ed è a Gubbio che il Santo riscopre questa figliolanza divina. è il cammino della conversione. Il pellegrinaggio, quindi, è un itinerario insieme geografico e interiore, da compiersi passo dopo passo, che nasce anche per riappropriarsi di una perduta, salutare “lentezza”, essenziale per vivere un’esperienza di spiritualità e vicinanza al creato. Ma questa tuttavia non è la ragione principale di questo cammino che nasce essenzialmente per misurarsi da vicino con l’esperienza di conversione di Francesco di Assisi, il Santo dell’amore, della pace e della riconciliazione verso ogni creatura, a partire dai più deboli e fragili.
Questa è un’iniziativa promossa congiuntamente dalle Diocesi di Assisi– Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Gubbio, in collaborazione con le famiglie francescane, con il patrocinio della Regione dell’Umbria e dei Comuni di Assisi, Gubbio e Valfabbrica. Questo percorso, giunto ormai all’undicesima edizione, è entrato nel cuore degli umbri e dei numerosi pellegrini e appassionati di cammini religiosi che, nel tempo, hanno voluto partecipare.
Il tema di quest’anno è “L’Altro, un Fratello che cammina con me”, e si inserisce fra i filoni che hanno caratterizzato il pellegrinaggio in questo primo decennio di esperienza, cioè la riconciliazione con se stessi, con Dio, con i fratelli e con il Creato. Quest’anno, dunque, attenzione puntata sull’altro, il diverso, lo straniero, il migrante, perché possiamo riscoprire il valore di un atteggiamento che supera le paure per ritrovare umanità e disponibilità al dialogo. Bisogna passare dal considerare l’altro come una minaccia alla nostra comodità allo stimarlo come qualcuno che con la sua esperienza di vita e i suoi valori può apportare molto e contribuire alla ricchezza della nostra società. Per questo, alla giornata conclusiva del pellegrinaggio prenderà parte don Carmelo La Magra, parroco della comunità di Lampedusa, da tempo in prima linea nell’accoglienza dei naufraghi e dei migranti che approdano sull’isola.
I tre giorni di pellegrinaggio saranno animati dalla preghiera e dalle meditazioni curate dalle Sorelle del piccolo testamento di san Francesco e in particolare nella prima giornata sarà proposto un ciclo di brevi meditazioni da parte del gruppo assisano del Movimento cattolico globale per il clima che collabora con l’evento “Il Sentiero di Francesco” già da qualche anno.
Il percorso del cammino – un tratto della Via di Francesco – copre una distanza di circa 50 chilometri, con una formula ormai consolidata che prevede nella mattinata del primo giorno la partenza da Assisi e l’arrivo nel pomeriggio a Valfabbrica. Il tragitto della seconda giornata copre le tappe di Caprignone e San Pietro in Vigneto, mentre il terzo giorno il cammino termina a Gubbio, presso la chiesa di Santa Maria della Vittorina, luogo simbolico dell’incontro tra san Francesco e il Lupo e primo convento francescano. Da qui i pellegrini si trasferiscono nella chiesa del convento di San Francesco, per prendere parte alla Santa Messa. Nel momento conclusivo, che si tiene nel chiostro della Pace del convento francescano, oltre alla cena dei pellegrini e di chi vorrà partecipare, torna il premio “Lupo di Gubbio per la riconciliazione”, nell’ambito di una serata di musica, testimonianze e interviste. La partecipazione al pellegrinaggio è aperta a tutti, libera e gratuita. Alcuni servizi – come pasti e spostamenti – prevedono il versamento di una quota. Il pernottamento è a discrezione del pellegrino, il quale può dormire in accoglienza povera oppure prenotando le strutture di accoglienza ricettiva.

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