Abbiamo sentito quella loro storia come una storia che parla a noi.
È possibile un altro respiro? Un altro sentimento del vivere? Della lotta, della battaglia, dell’amore, dell’incontro con il mondo?
Abbiamo infine seguito le storie di quel popolo da noi, in Italia.
Quando gli uomini di quel popolo, su un barcone o via terra, in fuga dalle guerre, dalle prigioni, dalle persecuzioni politiche, arrivano sulle nostre coste e nelle nostre città.
Qual è il nostro sguardo? Cosa significa per noi la loro presenza?
Il paese che non c’è è storia di un popolo, della resistenza sulle montagne e in mezzo ai deserti. E’ testimonianza della battaglia che ovunque lo ha visto in prima fila contro la ferocia delle milizie fondamentaliste e del fascismo islamico.
E’ cronaca pulsante, presente, che irrompe sulla scena con le sue notizie, con l’insopprimibile urgenza di essere raccontata. Perché c’è bisogno di reagire, anche qui, anche da noi.
Il paese che non c’è vuole fare, del presente, uno straordinario territorio di racconto e di azione teatrale.”
Si può prenotare telefonicamente, al Botteghino Telefonico Regionale 075/57542222, tutti i giorni feriali, dalle 16 alle 20. I biglietti prenotati vanno ritirati mezz’ora prima dello spettacolo, altrimenti vengono rimessi in vendita. E’ possibile acquistare i biglietti anche on-line sul sito del Teatro Stabile dell’Umbria www.teatrostabile.umbria.it.
Foto di Salvatore Pastore
FONTE: Ufficio Stampa Teatro stabile dell’Umbria (Francesca Torcolini).