‘Il teatro comico’ al Politeama Clarici Giulio Scarpati sul palco del Politeama Clarici di Foligno con Il teatro comico di Goldoni, diretto da Eugenio Allegri

Il-teatro-comico-inFOLIGNO (PG) – Giovedì 10 febbraio alle 21, al Politeama Clarici di Foligno, va in scena l’opera Il teatro comico di Carlo Goldoni. Sul palco il popolare attore Giulio Scarpati insieme a un cast di otto interpreti, diretti da un esperto di teatro popolare come Eugenio Allegri.

Il teatro comico, la prima delle 16 commedie nuove che Carlo Goldoni scrisse a partire dal 1750 per l’impresario Medebach, è un testo metateatrale (che vede in scena una compagnia impegnata nelle prove di uno spettacolo) estremamente moderno nella sua concezione, esempio di ‘teatro nel teatro’ da cui emergono gli intenti della riforma goldoniana, insieme a motivi, stereotipi, tormenti e ambizioni della comunità teatrale di ogni tempo.

“Avere oggi l’opportunità di mettere in scena Il teatro comico, significa poter approfittare di un’occasione storica – spiega il regista – Dico questo per tante ragioni: perché con esso si può mostrare in forma di teatro l’esempio prezioso e antico di un dibattito pubblico laico, pratica andata disgraziatamente perduta dalla fine del ‘900; perché si può calcolare con buona approssimazione l’inizio del rinnovamento di una certa problematica relativa ai linguaggi della comunicazione sociale collegata a quella della espressività teatrale; perché si registra la testimonianza epocale della irrinunciabilità del teatro nella società; perché si riafferma lo spettacolo teatrale, che sempre si produce attraverso un complesso e laborioso sistema di analisi, di studi, di princìpi, di regole, di esperimenti (…); infine perché rappresenta una svolta culturale in quanto è la scena a riflettere su di sé e non lascia ad altri il compito di farlo, dato che, nei veri momenti di svolta, niente e nessuno può parlare a nome di altri o in altra forma. Succede allora che un testo pochissimo rappresentato sulle scene contemporanee, si riproponga quale moderno classico contemporaneo all’attenzione di teatranti e di spettatori e felicemente ne unisca le sorti: tanto più il teatro infonde negli attori nuova linfa vitale quanto più la società riesce a trarre dal teatro alimento ricostituente”.

FONTE: Ufficio Stampa Teatro Stabile dell’Umbria (Francesca Torcolini).