La Stagione 22/23 del Teatro Morlacchi di Perugia Una Stagione armonica all'insegna della varietà dei linguaggi

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Foto di Giancarlo Belfiore

PERUGIA – 22 spettacoli: 14 di teatro e 8 di danza; 20 compagnie ospiti tra cui 3 internazionali; 1 Anteprima nazionale e una Prima italiana; 17 esclusive regionali; 2 produzioni TSU; 1 rassegna dedicata alla nuova danza.

“Una Stagione armonica all’insegna della varietà dei linguaggi: da quello letterario e musicale a quello cinematografo e televisivo fino a quello della danza in tutte le sue forme – spiega il Direttore Nino Marino –. Porteremo in scena la più interessante e significativa produzione teatrale italiana e internazionale attraverso spettacoli che parlano di noi, con grande sensibilità, intelligenza e ironia”.

Da un pilastro del teatro del ‘900 come Eduardo De Filippo alla drammaturgia contemporanea di Emma Dante, tra le più apprezzate registe europee, fino alle opere tratte da grandi capolavori cinematografici e letterari: la prima regia teatrale di Paolo Genovese dal suo Perfetti sconosciuti; due spettacoli, diretti dai Roberto Andò e Valerio Binasco, ispirati ai testi scritti dai due Premi Strega Raffaele La Capria e Melania Mazzucco; Alessandro Gassmann e Giorgio Pasotti insieme per l’adattamento dai racconti di Franz Kafka.

Le produzioni TSU: Leonardo Lidi porterà in scena Il gabbiano di Čechov, la prima tappa di una trilogia dedicata al grande autore russo; Andrea Baracco torna a Shakespeare per l’allestimento di Otello con un cast esclusivamente femminile e un meccanismo scenico in cui il caso trasforma lo spettacolo replica dopo replica.

Tre produzioni internazionali: il nuovo lavoro creato dall’icona della danza Carolyn Carlson; l’opera del regista svizzero Christoph Marthaler, tra i più innovativi  rappresentanti del teatro internazionale; e la Prima italiana dello spettacolo del collettivo belga tg STAN dal libro Io sono il vento di Jon Fosse.

Ospiteremo Virginia Raffaele, una delle artiste più amate della scena italiana, al Morlacchi con il suo nuovo spettacolo; il popolare sceneggiatore Ivan Cotroneo con il debutto della sua prima regia teatrale; Arturo Cirillo con il Cyrano de Bergerac in chiave musicale; il Nuovo BallettO di ToscanA e Aterballetto, due tra le compagnie più rilevanti del panorama italiano; l’omaggio all’indimenticabile Quartetto Cetra a cura del trio vocale Favete Linguis, composto da Stefano Fresi, Toni Fornari e Emanuela Fresi.

E ancora, una rassegna di danza da non perdere: Perché non ballate? con cui il Teatro Morlacchi si fa palcoscenico privilegiato per le più significative esperienze della nuova danza con 5 appuntamenti che guardano lontano, aprendosi al pubblico di domani.

Novità da segnalare.
Per la prima volta, la collaborazione con il progetto Cultura no limits realizzato dal Centro Diego Fabbri di Forlì che porta l’audiodescrizione a teatro e consente anche alle persone non vedenti e ipovedenti di seguire la messa in scena. Gli spettacoli audiodescritti saranno Ditegli sempre di sì, Otello, Il gabbiano e Pupo di zucchero.

Un’altra importante novità è rappresentata dal cambio orario di alcune repliche: l’orario di inizio degli spettacoli del turno del giovedì è stato anticipato alle ore 19.30; il mercoledì e il venerdì gli spettacoli andranno in scena alle 20.45.

La stagione

12 – 16 ottobre
Ditegli sempre di sì
di Eduardo De Filippo

Ditegli sempre di sì è uno dei primi testi scritti da Eduardo, un’opera vivace, colorata il cui protagonista è un pazzo metodico con la mania della perfezione, una commedia molto divertente che, pur conservando le sue note farsesche, suggerisce serie riflessioni sul labile confine tra salute mentale e follia. Tra porte che si aprono e si chiudono, equivoci, fraintendimenti, menzogne, illusioni, bovarismi, lo spettatore si ritrova in un clima sospeso tra la surrealtà di Achille Campanile e un Pirandello irresistibilmente proiettato nel pastiche. Via via che si avvicina al finale, il fantasma delle apparenze assume in Ditegli sempre di sì un andamento beffardo, sino a sfiorare, nel brio del suo ambiguo e iperbolico disincanto, una forma spiazzante.

Crediti
con (in ordine di locandina) Carolina Rosi, Gianfelice Imparato Federica Altamura, Andrea Cioffi, Nicola Di Pinto, Paola Fulciniti Viola Forestiero, Vincenzo D’Amato, Gianni Cannavacciuolo, Boris De Paola
regia Roberto Andò
scene e luci Gianni Carluccio
costumi Francesca Livia Sartori
produzione Elledieffe – La Compagnia di Teatro di Luca De Filippo, Fondazione Teatro della Toscana
Spettacolo audiodescritto (domenica 16 ottobre) | In collaborazione con il progetto Cultura no limits realizzato dal Centro Diego Fabbri di Forlì che porta l’audiodescrizione a teatro e consente anche alle persone non vedenti e ipovedenti di seguire la messa in scena

18 – 19  ottobre
The TREE (Fragments of poetics on fire)
di Carolyn Carlson
L’icona della danza Carolyn Carlson porta in scena la sua ultima grande creazione: The TREE. Una riflessione suggestiva sull’umanità, una manifestazione di un amore potente e vitale nei confronti della natura che, dopo Eau, Pneuma e Now, chiude il ciclo delle coreografie ispirate da Gaston Bachelard. Basato su Fragments of a Poetic of Fire, la danzatrice e coreografa statunitense ha scelto la forza poetica e simbolica delle fiamme come fonte di ispirazione per questo nuovo spettacolo. La sua visione onirica si fonde con i paesaggi immaginari creati dal light designer Rémi Nicolas, sublimati dall’artista visivo Gao Xingjian, e con il virtuosismo dei danzatori. «Non siamo esterni all’Universo; siamo dei semi che evolvono in cicli e ritmi come i cambi di stagione che regolano ogni creazione.» Carolyn Carlson

Crediti
con Chinatsu Kosakatani, Juha Marsalo, Celine Maufroid, Riccardo Meneghini, Isida Micani, Yutaka Nakata, Alexis Ochin, Sara Orselli, Sara Simeoni
musiche Aleksi Aubry-Carlson, René Aubry, Maarja Nuut, K. Federico Abele
luci Rémi Nicolas, assistito da Guillaume Bonneau
proiezioni Gao Xingjian
oggetti di scena Gilles Nicolas e Jank Dage
costumi Elise Dulac & Workshop del Teatro Nazionale di Chaillot
produzione Carolyn Carlson Company coproduzioni Teatro Nazionale di Chaillot, Teatro Toursky Marsiglia, Ballet du Nord / Centro Coreografia Nazionale Roubaix Hauts-de-France, Equilibre- Nuithonie Fribourg con il sostegno di Crédit du Nord

5 – 6 novembre
Dulan, la sposa
di Melania Mazzucco
La storia è quella di una coppia di sposi di mezza età tormentata dal fantasma di una ragazza trovata morta nella piscina del condominio eletto a loro nuovo domicilio. Dialogo dopo dialogo, tra loro emergono inquietanti interrogativi: chi era quella giovane donna? L’uomo la conosceva? Si è trattato di un suicidio o di un atto violento? In questa spirale di domande e congetture si staglia l’immagine di una giovane, proveniente da un paese lontano, vittima di sopraffazione e violenza maschili. Scritto per la radio nel 2001 dal Premio Strega Melania Mazzucco e premiato al 53° Prix Italia come miglior radiodramma europeo dell’anno, Dulan, la sposa è un testo dalle forti tinte noir. Arriva in teatro diretto da Valerio Binasco, che si confronta nuovamente con la drammaturgia contemporanea italiana.
Spettacolo in allestimento

Crediti
regia di Valerio Binasco
con Valerio Binasco e 2 attrici in via di definizione
produzione Teatro Stabile Torino – Teatro Nazionale

16 – 20 novembre
Ferito a morte
di Raffaele La Capria
Il regista e scrittore Roberto Andò porta in scena il romanzo capolavoro di Raffaele La Capria – Premio Strega nel 1961 – avvalendosi della collaborazione del premiato scrittore Emanuele Trevi, uno dei critici più celebri della sua generazione. “Come si traduce in teatro la forza evocativa e incantatrice della letteratura? Come si fa a rendere questo continuo sfumare di sensazioni, ambienti, volti, voci legate che scolorando dall’uno all’altro s’inabissano nella luce o nella trasparenza dell’acqua del mare? È una sfida, un azzardo forse, ma vale la pena di correrne i rischi. Per chi come me si è innamorato del teatro nella stagione in cui grandi registi come Wilson e Kantor contestavano l’idea corrente del teatro e ne riformula- vano un’altra affidata al tempo e allo spazio, il romanzesco rappresenta la possibilità concreta di acciuffare il tema dei temi del teatro: il fuggevole. E forse, il grande tema del romanzo di questo meraviglioso scrittore è proprio quel continuo sfumare in cui la vita perde ogni presunzione di forma solida e diviene per sempre evanescente e liquida”. Roberto Andò
Spettacolo in allestimento

Crediti
adattamento Emanuele Trevi regia Roberto Andò con Roberto De Francesco, Andrea Renzi e 8 attori in via di definizione
scene e luci Gianni Carluccio produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Emilia Romagna Teatro Fondazione – Teatro Nazionale, Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, Fondazione Campania dei Festival

23 – 27 novembre
Otello
da William Shakespeare
(Produzione TSU)
“Il testo di Otello, con le sue domande abis- sali sull’ambiguità della natura e delle relazioni umane, mi accompagna da anni. Caso e realtà sono le due forze che muovono la storia, gli elementi che il raffinato improvvisatore Iago combina e manipola. Confrontarsi con quest’opera oggi significa scegliere se fondare la propria riflessione sugli aspetti sociali che il testo genera nei nostri tempi, o affrontarlo cercandone le domande più universali. E così, ho immaginato il progetto fondandolo su due pilastri: un cast esclusivamente femminile e un meccanismo scenico in cui caso e scelta trasformano lo spettacolo, replica dopo replica, in un’esperienza irripetibile.
Iago, sera dopo sera, giocherà con la sorte e di fronte al pubblico stabilirà chi interpreterà Otello e chi Desdemona, assumendo fino in fondo – tra finzione, verità e fato – il ruolo di autore, attore e regista della vicenda. Le attrici conosceranno la propria sorte insieme agli spettatori e attraverseranno, da due punti di vista completamente diversi, il destino che attende i loro personaggi”. Andrea Baracco
Spettacolo in allestimento

Crediti
regia Andrea Baracco
traduzione e drammaturgia Letizia Russo
con Federica Fracassi, Lucia Lavia, Emilia Scarpati Fanetti, Valentina Acca, Ilaria Genatiempo, Viola Marietti, Federica Fresco
scene Marta Crisolini Malatesta
costumi Graziella Pepe
luci Simone De Angelis
musiche Giacomo Vezzani
produzione Teatro Stabile dell’Umbria con il contributo speciale della Fondazione Brunello e Federica Cucinelli
Spettacolo audiodescritto (domenica 27 novembre) | In collaborazione con il progetto Cultura no limits realizzato dal Centro Diego Fabbri di Forlì che porta l’audiodescrizione a teatro e consente anche alle persone non vedenti e ipovedenti di seguire la messa in scena.

30 novembre – 4 dicembre
Il gabbiano
Progetto Čechov – prima tappa
(Produzione TSU)
Leonardo Lidi mette in scena un altro grande classico: Il gabbiano, prima tappa di una trilogia su Anton Čechov: Il gabbiano – Zio Vanja – Il giardino dei ciliegi. Ne Il gabbiano l’autore sembra interrogarsi sulla differenza tra Simbolismo e Realismo, sul senso critico del teatro rispetto al suo pubblico, ma alla fine – contro ogni pronostico – arriva la vita.
“Un Gabbiano viene ucciso per la mano vigliacca di un giovane in riva al lago e, se potesse parlare, avrebbe tutto il diritto di chiedere al suo assassino, il giovane Konstantin, il perché di tanta ingiustificata cattiveria. E Konstantin potrebbe balbettare qualcosa sul- la sua infelicità e su quanto non sia corrisposto dalla giovane Nina. Qualcosa tipo: io voglio lei, lei non vuole me e io mi prendo il diritto di ucciderti, spararti, ferirti, perché il mio dolore è più importante della tua vita. Ecco il maledetto amore, alibi e distruttore in un mondo in cui la cattiveria lascia sempre qualcuno a ballare con la scopa. Non volare più perché uccisi da un amante non corrisposto.
Čechov si commuove delle semplici tenerezze che ci fanno tanto penare. Ci dice che nessuna situazione si può gestire fino in fondo; ci abbraccia raccontandoci che la mania di controllo che tanto ci tranquillizza va mandata lentamente a quel paese. Perché in fin dei conti chi ama è sempre sconfitto e la sconfitta in amore ha una sincerità tale che unisce la gran parte di noi. Come in un lago di pesci confusi”. Leonardo Lidi
Spettacolo in allestimento

Crediti
regia Leonardo Lidi
con Giordano Agrusta, Maurizio Cardillo, Ilaria Falini, Christian La Rosa, Angela Malfitano, Francesca Mazza, Orietta Notari, Tino Rossi, Massimiliano Speziani, Giuliana Vigogna
scene e luci Nicolas Bovey
costumi Aurora Damanti
musiche e suono Franco Visioli
assistente alla regia Noemi Grasso
produzione Teatro Stabile dell’Umbria, ERT / Teatro Nazionale, Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale
in collaborazione con Spoleto Festival dei Due Mondi
Spettacolo audiodescritto (domenica 4 dicembre) | In collaborazione con il progetto Cultura no limits realizzato dal Centro Diego Fabbri di Forlì che porta l’audiodescrizione a teatro e consente anche alle persone non vedenti e ipovedenti di seguire la messa in scena

14 – 16 dicembre
Cyrano De Bergerac
di Edmond Rostand
Un musical visto a Napoli oltre trenta anni fa: il Cyrano tratto dalla commedia capolavoro di Rostand, con le musiche di Domenico Modugno… Arturo Cirillo attinge da questo ricordo per raccontare, attraverso contaminazioni e suggestioni del passato, la storia di Cyrano De Bergerac, accentuandone il lato poetico e visionario e meno quello di uomo di spada, con l’aiuto di originali rielaborazioni musicali da Èdith Piaf a Fiorenzo Carpi. “Un teatro-canzone, o un modo per raccontare la famosa, impossibile e triste storia d’amore tra Cyrano, Rossana e Cristiano attraverso parole e musica che mi riportano a quella primissima vocazione teatrale, nata anche grazie al dramma musicale di un uomo che si considerava brutto e non degno d’essere amato. Un uomo, o un personaggio, in fondo salvato dal teatro, ora che il teatro ha più che mai bisogno di essere salvato”. Arturo Cirillo

Crediti
adattamento e regia Arturo Cirillo
con Arturo Cirillo, Rosario Giglio, Francesco Petruzzelli, Valentina Picello, Giulia Trippetta, Giacomo Vigentini
scene Dario Gessati
costumi Gianluca Falaschi
luci Paolo Manti
musica originale e rielaborazioni Federico Odling
costumista collaboratrice Nika Campisi
produzione MARCHE TEATRO | Teatro di Napoli – Teatro Nazionale | Teatro Nazionale di Genova | ERT / Teatro Nazionale

18 – 22 gennaio
Anteprima nazionale
Amanti
di Ivan Cotroneo
Debutta a Perugia il primo lavoro teatrale di Ivan Cotroneo, conosciuto al grande pubblico per aver creato e sceneggiato serie televisive originali quali Tutti pazzi per amore, Una mamma imperfetta, Sirene, La compagnia del cigno. “I temi di Amanti mi appartengono da sempre. Nei miei romanzi, nei film, nelle serie televisive che ho scritto e diretto, il confronto tra il maschile e il femminile, la rottura degli stereotipi di genere, la prepotente forza del sesso e quella ancora più devastante dell’amore, hanno sempre avuto grande spazio, nel tentativo di raccontare l’evoluzione della società attraverso le relazioni amorose. In questa commedia, con l’aiuto di due protagonisti strepitosi, questi temi prendono forma in un racconto moderno e divertente, ma anche pieno di tenerezza e verità, come sempre succede nella commedia della vita.” Ivan Cotroneo
Spettacolo in allestimento

Crediti
Massimiliano Gallo “AMANTI”
una commedia inedita scritta e diretta da Ivan Cotroneo
e con Fabrizia Sacchi produzione DIANA OR.I.S.

25 – 29 gennaio
Samusà
di e con Virginia Raffaele
Virginia Raffaele, attrice, imitatrice, conduttrice televisiva e radiofonica, una delle artiste più amate e apprezzate del panorama italiano degli ultimi anni, torna al suo primo amore, il teatro.
Il racconto di Samusà si nutre dei suoi ricordi e di quel mondo fantastico in cui è ambientata la sua infanzia reale: il luna park. Da lì si sviluppa in quel modo tutto della Raffaele di divertire ed emozionare, stupire e performare, commuovere e far ridere a crepapelle. “Sono nata e cresciuta dentro un luna park, facevo i compiti sulla nave pirata, cenavo caricando i fucili, il primo bacio l’ho dato dietro il bruco mela. Poi il parco ha chiuso, le giostre sono scappate e adesso sono ovunque: le attrazioni sono io e siete voi. Tutto quello che siamo di-ventati stupisce quanto un giro sulle montagne russe e confonde più di una passeggiata tra gli specchi deformanti. Prendete posto altro giro altra corsa”. Virginia Raffaele

Crediti
scritto da Virginia Raffaele, Giovanni Todescan, Francesco Freyrie, Daniele Prato con Federico Tiezzi
con Virginia Raffaele
regia Federico Tiezzi
scene Marco Rossi
costumi Giovanna Buzzi
luci Gianni Pollini
disegni di Virginia Raffaele
produzione ITC2000

1 – 3  febbraio
Pupo di zucchero
La festa dei morti
di Emma Dante
Emma Dante, drammaturga e regista tra le più apprezzate e premiate d’Europa, ispirandosi a Lo cunto de li cunti di Gianbattista Basile, racconta di un vecchio ‘nzenziglio e spetacchiato che, per sconfiggere la solitudine, invita a cena i defunti della famiglia. Nella notte fra l’uno e il due novembre, lascia le porte aperte per farli entrare e poi prepara una pietanza tradizionale per onorare la festa: il pupo di zucchero (l’esca pe li pesci de lo cielo) una statuetta antropomorfa dipinta con colori vivaci. In attesa che l’impasto lieviti, richiama alla memoria la sua famiglia di morti e la casa si riempie di ricordi e di vita. “In Pupo di zucchero la morte non è un tabù, non è scandalosa, ciò che il vecchio vede e ci mostra è una parte inscindibile della sua vita. La stanza arredata dai ricordi diventa una sala da ballo dove i morti, ritrovando le loro abitudini, festeggiano la vita”. Emma Dante

Crediti
liberamente ispirato a “Lo cunto de li cunti” di Gianbattista Basile
testo e regia Emma Dante
con Carmine Maringola (il Vecchio), Nancy Trabona (Rosa), Maria Sgro (Viola), Federica Greco (Primula), Sandro Maria Campagna (Pedro), Giuseppe Lino (Papà), Stephanie Taillandier (Mammina), Tiebeu Marc-Henry Brissy Ghadout (Pasqualino), Martina Caracappa (zia Rita), Valter Sarzi Sartori (zio Antonio)
costumi Emma Dante
sculture Cesare Inzerillo
luci Cristian Zucaro
assistente ai costumi Italia Carroccio
assistente di produzione Daniela Gusmano
coordinamento e distribuzione Aldo Miguel Grompone, Roma
produzione Sud Costa Occidentale
in coproduzione con Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Scène National Châteauvallon-Liberté / ExtraPôle Provence-Alpes-Côte d’Azur / Teatro Biondo di Palermo / La Criée Théâtre National de Marseille / Festival d’Avignon / Anthéa Antipolis Théâtre d’Antibes / Carnezzeria
e con il sostegno dei Fondi di integrazione per i giovani artisti teatrali della DRAC PACA e della Regione Sud
Spettacolo audiodescritto | In collaborazione con il progetto Cultura no limits realizzato dal Centro Diego Fabbri di Forlì che porta l’audiodescrizione a teatro e consente anche alle persone non vedenti e ipovedenti di seguire la messa in scena.

11 – 12 febbraio
Double side
di Danièle Desnoyers e Norge Cedeño Raffo / Aterballetto
Musica barocca dal vivo e danza contemporanea si incontrano nella nuova produzione di Aterballetto realizzata in stretta collaborazione con l’Orchestra La Toscanini di Parma.
La coreografa Danièle Desnoyers viene da Montréal dove il suo stile leggero e fluido e la sua compagnia ne fanno un punto fisso della scena contemporanea. La sua creazione per Aterballetto è basata su una suite del compositore italiano Federico Gon, specialista in musica barocca che si è ispirato a Henry Purcell.
Il cubano Norge Cedeño Raffo, giovane coreografo emergente, crea su una musica religiosa. Lo Stabat Mater di Arvo Pärt diventa per lui un doloroso lavoro di addio. Il compositore estone ha messo in musica il testo medievale sul dolore della Madre di Dio nel suo caratteristico stile ridotto. L’effetto commovente di questa musica caratterizza anche la danza espressiva, libera e, nel senso più bello, pura.

Crediti
WITH DROPPING WINGS
coreografia Danièle Desnoyers
musica An English Suite di Federico Gon da Henry Purcell per quartetto d’archi
set e luci Fabiana Piccioli
costumi Danièle Desnoyers
8 danzatori della Compagnia Aterballetto Quartetto Motus per La Toscanini
STABAT MATER
coreografia Norge Cedeño Raffo
set e luci Fabiana Piccioli
musica Stabat Mater di Arvo Pärt
costumi Norge Cedeño Raffo e Fabiana Piccioli
assistente alla coreografia Thais Suàrez Fernàndez
3 danzatori della Compagnia Aterballetto
3 cantanti e Quartetto Motus per La Toscanini
co-progettazione e co-produzione Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto e Fondazione Arturo Toscanini
co-produzione Festspiele Ludwigshafen, Fondazione I Teatri di Reggio Emilia

15 – 19 febbraio
Perfetti sconosciuti
uno spettacolo di Paolo Genovese
Paolo Genovese firma la sua prima regia teatrale portando in scena l’adattamento del suo film pluripremiato. Una brillante commedia sull’amicizia, sull’amore e sul tradimento, che porterà quattro coppie di amici a confrontarsi e a scoprire di essere “perfetti sconosciuti”. Ognuno di noi ha tre vite: una pubblica, una privata e una segreta. Un tempo quella segreta era ben protetta nell’archivio della nostra memoria, oggi nelle nostre sim. Cosa succederebbe se quella minuscola schedina si mettesse a parlare? Durante una cena, un gruppo di amici decide di fare un gioco della verità mettendo i propri cellulari sul tavolo, condividendo tra loro messaggi e telefonate. Metteranno così a conoscenza l’un l’altro dei propri segreti più profondi.
Spettacolo in allestimento

Crediti
cast in via di definizione produzione NUOVO TEATRO diretta da Marco Balsamo e LEONE FILM GROUP
in coproduzione con Fondazione Teatro della Toscana

22 – 26 febbraio
Prima nazionale
Ik ben de wind, Eg er vinden
(IO SONO IL VENTO)
uno spettacolo di tg STAN e Maatschappij Discordia
Una performance intima e poetica che richiede solo la presenza degli attori, il linguaggio nudo di Jon Fosse e l’immaginazione del pubblico.
È raro che gli interpreti leggano un testo teatrale e decidano immediatamente di metterlo in scena, ma è esattamente quello che è successo quando Matthias de Koning (Maatschappij Discordia) e Damiaan De Schrijver (tg STAN) hanno letto l’opera di Jon Fosse, il drammaturgo norvegese tra i più importanti scrittori contemporanei. Due uomini senza nome, indicati come l’Uno e l’Altro, si riuniscono dopo anni e navigano insieme in un’immaginaria barca a vela in un viaggio attraverso l’oceano. La loro azione è solo concepita, inventata e non deve essere compiuta ma rimanere immaginaria. I silenzi significano tanto quanto le parole. Ciò che non viene detto è importante almeno quanto le parole e spetta al pubblico e agli attori riempire gli spazi vuoti. In questo dialogo meditativo, gli attori esplorano temi come la solitudine, l’identità, la perdita e, in modo tragicomico, si impigliano nelle filosofie esistenziali e nel testo astratto dell’autore.
Spettacolo in fiammingo con sovratitoli in italiano

Crediti
da un testo di Jon Fosse
traduzione Maaike Van Rijn, Damiaan De Schrijver, Matthias de Koning
di e con Damiaan De Schrijver e Matthias de Koning
produzione tg STAN e Maatschappij Discordia
tecnico Tim Wouters
costumi Elisabeth Michiels

1 – 2 marzo
Racconti disumani
da Franz Kafka
Alessandro Gassmann e Giorgio Pasotti si misurano con le parole di Franz Kafka attraverso due “racconti disumani” per parlare agli uomini degli uomini. Una relazione per un’Accademia e La tana, due storie di animali, sembrerebbero, una che mette a nudo la superficialità di un modo di essere tramite comportamenti stereotipati e facili, l’altro che racconta quel bisogno di costruirsi il riparo perfetto che ci metta al sicuro dal mondo esterno.
“Penso sia il momento giusto per ridare la parola a questo gigante del teatro e della letteratura, proprio oggi, quando molte delle paure da lui raccontate, trovano posto nella realtà che viviamo. Andare in profondità in noi stessi, e guardare attraverso le parole di Kafka ciò che ci spaventa, può aiutarci a capire marzo meglio chi è intorno a noi”. Alessandro Gassmann

Crediti
Giorgio Pasotti in RACCONTI DISUMANI
uno spettacolo di Alessandro Gassmann
adattamento Emanuele Maria Basso
musiche Pivio e Aldo De Scalzi
scene Alessandro Gassmann
costumi Mariano Tufano
light designer Marco Palmieri
videografie Marco Schiavoni aiuto regia Gaia Benassi
sound designer Massimiliano Tettoni
trucco Serena De Pascali
una produzione Teatro Stabile d’Abruzzo-Stefano Francioni Produzioni

10 – 12 marzo
Aucune idée
(NESSUNA IDEA)
di Christoph Marthaler
Il nuovo lavoro del regista svizzero Christoph Marthaler, tra i più visionari innovatori del panorama teatrale internazionale, è un poetico e surreale spettacolo di teatro musicale d’avanguardia, dall’ironia travolgente, che tra dialoghi surreali, musica, improvvisazioni, momenti assurdi e grotteschi racconta e celebra l’amicizia tra due artisti che lavorano insieme da oltre cinquant’anni: lo stesso regista svizzero Marthaler e l’attore-cantante scozzese Graham F. Valentine. Irriverente e paradossale come l’intera opera di Marthaler, Aucune idée (Nessuna idea) non è un manifesto o una provocazione ma una filosofia pratica, guidata dall’umorismo e dalla musica, ad uso di un mondo confuso e incerto.
Spettacolo in francese e inglese con sovratitoli in italiano

Crediti
ideazione e regia Christoph Marthaler
drammaturgia Malte Ubenauf
con Graham F. Valentine e Martin Zeller
scene Duri Bischoff
musica Martin Zeller
costumi Sara Kittelmann
assistenti alla regia Camille Logoz, Floriane Mésenge
suono Charlotte Constant
luci Jean-Baptiste Boutte e Jean Luc Mutrux
direttore di scena Stéphane Sagon
guardaroba Cécile Delanoë
set e oggetti di scena Théâtre Vidy-Lausanne
traduzione sovratitoli Camille Logoz, Dominique Godderis- Chouzenoux
produzione Théâtre Vidy- Lausanne in coproduzione con Festival d’Automne Théâtre de la Ville, Paris – Temporada Alta, Festival international de Catalunya Giron/ Salt – TANDEM Scène nationale – Napoli Teatro Festival – Maillon, Théâtre de Strasbourg, scène européenne – Théâtre National de Nice – CDN Nice Côte d’Azur – Le Manège, scène nationale- Maubeuge con il supporto di Pro Helvetia, Fondazione svizzera per la cultura – Fondazione Françoise Champoud

24 marzo
Bayadère
Il regno delle ombre
di Ludwig Minkus e Michele Di Stefano / Nuovo BallettO diToscanA
“È un balletto intriso di un esotismo idealizzato, sia nella trama melodrammatica che nell’estetica dell’insieme. Nella tradizione la sua scena più celebre, Il Regno delle Ombre, si presenta borderline, al limite tra il reale e l’aldilà, dove le ombre che appaiono sono come congelate nella loro tragica condizione e i movimenti che compiono sono rituali. Il mio interesse è rivolto proprio al potenziale compositivo che questa scena contiene, per scatenare tutta la sua forza dinamica. Pensato per un ensemble di talenti giovanissimi, questo nuovo Regno delle Ombre così misteriosamente carico di suggestioni, fa riferimento a qualcosa di perduto e a qualcosa di possibile allo stesso tempo, qualcosa che riguarda la presenza dei corpi e l’intreccio delle loro traiettorie, in uno spazio che non è più soltanto un al di là ma è un presente che desidera essere reinventato con delicatezza e passione.” Michele Di Stefano

Crediti
musica Ludwig Minkus
coreografia Michele Di Stefano
musiche originali Lorenzo Bianchi Hoesch
danzatori Matteo Capetola, Francesca Capurso, Carmine Catalano, Alice Catapano, Beatrice Ciattini, Mattia Luparelli, Matilde Di Ciolo, Veronica Galdo, Aisha Narciso, Aldo Nolli, Niccolò Poggini, Paolo Rizzo
costumi Santi Rinciari
luci Giulia Broggi
produzione Compagnia Nuovo BallettO di ToscanA Direttore artistico Cristina Bozzolini

25 – 26 marzo
Cetra… una volta
di Toni Fornari
Un concerto spettacolo del trio vocale Favete Linguis composto da Stefano Fresi, Toni Fornari ed Emanuela Fresi, accompagnato dalla saxo-fonista e vocalist Cristiana Polegri, che vuole essere un tributo al quartetto più celebre del palcoscenico e della televisione italiana dagli anni ’40 agli anni ’80: il Quartetto Cetra. La musica, le canzoni, le parodie memorabili dell’indimenticabile gruppo che ha fatto la storia della televisione e del teatro italiano, sono riproposti in questo spettacolo da tre interpreti eccezionali che costituiscono un concentrato esplosivo di bravura, simpatia, bel canto e trascinano il pubblico nell’epoca splendente dei grandi varietà televisivi. Uno show in cui si alternano e mescolano divertimento scenico e virtuosismo vocale.

Crediti
con Stefano Fresi, Toni Fornari e Emanuela Fresi e con Cristiana Polegri
regia di Augusto Fornari
produzione A.T.P.R.

Rassegna di danza –– Perché non ballate?
Un invito a immergersi nella nuova danza
Il Teatro Morlacchi si fa palcoscenico privilegiato per le più significative esperienze della nuova danza. Cinque appuntamenti che guardano lontano, aprendosi al pubblico di domani.

12 novembre
Otto
Kinkaleri
Una persona entra in scena e cade. Più precisamente non entra per cadere, ma cade perché entra. Una caduta che potrebbe essere l’unica, in assoluto, che contiene tutto lo spettacolo, alla quale seguono altre cadute, che possono essere considerate evoluzioni di quella prima archetipica caduta. <OTTO> ha vinto il Premio UBU nel 2002 come miglior creazione di teatrodanza dell’anno quando era ancora in fase di studio e, di volta in volta, sperimentava modalità di rappresentazione di un singolo avvenimento: la caduta. A distanza di anni, Kinkaleri riprende e riporta in scena un lavoro nella necessità di capire cosa ci sia ancora di vero in uno spettacolo che navigava nel vuoto, facendo del crollo l’emble- ma di una nuova era.

Crediti
progetto e realizzazione Kinkaleri /Matteo Bambi, Luca Camilletti, Massimo Conti, Marco Mazzoni, Gina Monaco, Cristina Rizzo
con Filippo Baglioni, Chiara Bertuccelli, Andrea Sassoli e Mirco Orciatici
produzione Kinkaleri/KLm
in collaborazione con Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Teatro Metastasio / ContemporaneaFestival, spazioK. Kinkaleri e con il sostegno di Regione Toscana, Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Dipartimento dello spettacolo

7 dicembre
Bermudas
di Michele Di Stefano / mk
Un sistema di movimento basato su regole semplici e rigorose che producono un moto perpetuo, adottabile da ogni performer come una condizione per esistere accanto agli altri e costruire un mondo ritmicamente condiviso. Ispirato dalle teorie del caos, il lavoro della compagnia mk diretta da Michele Di Stefano – Leone d’argento per l’innovazione nella danza alla Biennale di Venezia 2014 – tende alla costruzione di un luogo carico di tensione relazionale, un campo energetico molto intenso (a cui il nome Bermudas fa ironicamente riferimento) attraversato da una spinta alla comunicazione immediata, necessaria per generare uno spazio sempre accessibile a qualunque nuovo ingresso.

Crediti
cast variabile con Philippe Barbut, Biagio Caravano, Marta Ciappina, Andrea Dionisi, Sebastiano Geronimo, Luciano Ariel Lanza, Giovanni Leone, Flora Orciari, Laura Scarpini, Francesco Saverio Cavaliere, Francesca Ugolini
ideazione e coreografia Michele Di Stefano
musica Kaitlyn Aurelia Smith, Juan Atkins/Moritz Von Oswald, Underworld
luci Giulia Broggi
in collaborazione con Cosimo Maggini
meteo Antonio Rinaldi custom styling Marco Mazzoni e Michele Di Stefano
consulenza matematica Damiano Folli
coproduzione mk e Bolzano Danza/Tanz Bozen
BERMUDAS_FOREVER PREMIO UBU 2019 COME MIGLIOR SPETTACOLO DI DANZA

18 febbraio
Seeking Unicorns
di Chiara Bersani
“Dell’Unicorno non si sa nulla. Le sue radici si sono perse nel susseguirsi di generazioni d’esseri umani distratti. Cosa succede se nell’immaginario collettivo appare una figura dai tratti mitologici eppure orfana di un mito che ne motivi e descriva l’esistenza? Nasce un simbolo. Fragile. Sradicato. Io, Chiara Bersani, alta 98 cm, mi autoproclamo carne, muscoli e ossa dell’Unicorno. Non conoscendo il suo cuore proverò a dargli mio il respiro, miei gli occhi. Di lui raccoglierò l’immagine, ne farò un costume destinato a diventare prima armatura poi pelle”.
Chiara Bersani Per il rigore nell’incarnare questo studio nel 2019, vince il Premio UBU come miglior nuova attrice / performer under 35. Nell’agosto 2019 durante l’Edimburgh Fringe Festival Gentle Unicorn e Chiara Bersani vincono il primo premio per la categoria danza del Total Theatre Awards.

Crediti
ideazione, creazione e azione Chiara Bersani
musiche F. De Isabella
direttore Tecnico Valeria Foti
consulenza drammaturgica Luca Poncetta
dramaturg Gaia Clotilde Chernetich
coach Marta Ciappina
organizzazione e logistica Eleonora Cavallo
promozione e cura Giulia Traversi
occhio esterno Marco D’Agostin
produzione Associazione Culturale Corpoceleste_C.C.00#

5 marzo
Beast without beauty
di Carlo Massari
L’ennesimo sguardo: fermo, freddo, gelido, impietoso sulla società. Carlo Massari si ispira al teatro dell’assurdo di Samuel Beckett e al suo Giorni felici per raccontare la trappola della condizione esistenziale. In scena un autentico tuffo nel non-sense, un irriverente, cinico studio sugli archetipi della miseria umana, sull’inespressività, sulla spregevole crudeltà nelle relazioni interpersonali. Volti pallidi, figure esangui, disumanizzate e stremate che si affrontano in un algido duello; in palio c’è l’affermazione di un ruolo, un’identità, una posizione sociale, senza esclusione di colpi.

Crediti
creazione originale Carlo Massari
con Carlo Massari, Emanuele Rosa, Giuseppina Randi
disegno luci Francesco Massari
consulenza costumi di scena Gabriella Strangolini
co-produzione C&C, TCVI/Danza in Rete Festival

1 aprile
Il mondo altrove
di Nicola Galli
Una creazione coreografica in forma di rituale danzato, che celebra il moto di un mondo inesplorato e traccia un percorso ideale tra Occidente e Oriente. Dalla porta centrale avanzano quattro figure sciamaniche finemente adornate per condurre una cerimonia magica e senza tempo. Il movimento dei corpi e i lineamenti dei loro volti custodiscono e offrono al nostro sguardo il rituale di una possibile tradizione altra, agito all’interno di un confine circolare che delimita uno spazio del sacro e che raccoglie l’esito di una convivenza armonica tra habitat naturale e azione umana. Un lavoro liberamente ispirato ai rituali indigeni dell’America del Sud, ai simboli e alle tradizioni del teatro Nō giapponese e all’ossessiva, per certi versi mistica ed eccentrica, ricerca musicale del compositore Giacinto Scelsi intorno all’idea sferica del suono.

Crediti
coreografia, maschere e costumi Nicola Galli
danza Margherita Dotta, Nicola Galli, Leonardo Maietto, Silvia Remigio
musica Giacinto Scelsi, 3/4 had been eliminated
luci e audio Giovanni Garbo

FONTE: Ufficio Stampa Teatro Stabile dell’Umbria (Federica Cesarini).