Quinta tappa per la mostra “Un amore dal grigio al colore” E’ organizzata dall'associazione "Vivo a Colori" con il patrocinio, tra gli altri, della Regione Umbria, della Provincia di Perugia e del Comune

L’esposizione fotografica, ad ingresso libero, sarà visitabile fino al prossimo 24 luglio.

Monteleone-di-Spoleto-inMONTELEONE DI SPOLETO (PG) – Trentacinque pannelli che raccontano il percorso intimo della malattia di Claudia Maggiurana. In questo consiste la mostra fotografica itinerante “Un amore dal grigio al colore” di Claudia e Marco Pareti visitabile dal 15 al 24 luglio (dalle ore 10 alle 18) presso le sale del Comune di Monteleone di Spoleto. L’esposizione, ad ingresso libero, è organizzata dall’associazione “Vivo a Colori”, presieduta da Claudia Maggiurana, e gode del patrocinio della Regione Umbria, Provincia di Perugia, Comune di Monteleone di Spoleto, Gal Trasimeno Orvietano, Rtn Radio ed About Umbria.

L’inaugurazione è in programma venerdì 15 luglio alle ore 17 alla presenza, oltre che dei due curatori, Marisa Angelini, sindaco di Monteleone di Spoleto, Federica Agabiti, vicesindaco con delega politiche culturali, sanità e sociale, e le “le uncinettine di Ruscio”, un gruppo di signore residenti in una frazione di Monteleone di Spoleto che lavorano abilmente l’uncinetto.

La mostra è riportata anche in un catalogo, realizzato con il sostegno del Gal Trasimeno Orvietano ed edito da Morlacchi. “A seguito di un percorso intenso e colorato, la mia esperienza della convivenza con un tumore al seno, viene riportata in questa mostra del tutto personale, dove narrerò una storia dal nome tumore o come dico io tuo amore”, spiega Claudia che sarà sempre presente nei giorni di apertura.

L’obiettivo della mostra itinerante è quello di far conoscere le attività dell’associazione, nata per essere di sostegno sia al reparto di Breast Unit dell’ospedale di Perugia, effettuando delle donazioni, sia alle donne colpite da questa malattia e alle loro famiglie, organizzando una serie di appuntamenti per dare un supporto psicologico ed interattivo (come dei corsi di arte, di taglio e cucito, sedute di lettura…) di cui hanno bisogno per non sentirsi abbandonati. Tra le prime finalità c’è quella di contribuire all’acquisto del presidio elettromedicale Omnia, una modernissima apparecchiatura per il tatuaggio medicale. Si tratta di un dispositivo tecnologico con touch screen collegato ad un manipolo che è in grado di eseguire diversi tipi di trattamenti tra cui la ricostruzione non chirurgica dell’areola mammaria e del capezzolo, in modo da ridisegnare in maniera quanto più possibile simile al passato il seno operato.

FONTE: Luana Pioppi.