Tesori dell'Umbria

Pagliacci all’uscita, il nuovo spettacolo di Roberto Latini al Teatro Secci di Terni

A causa dell’inagibilità del Teatro Secci di Terni per danni causati dal forte vento dei giorni scorsi, lo spettacolo “Pagliacci all’uscita”, previsto giovedì 9 e venerdì 10 novembre, è rimandato a data da destinarsi.

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Foto di Manuela Giusto

TERNI – La Stagione 23/24 del Teatro Secci di Terni prosegue con Pagliacci all’uscita, il nuovo spettacolo dell’attore, regista e drammaturgo Roberto Latini che lo vede in scena con Elena Bucci, Ilaria Drago, Savino Paparella e Marcello Sambat, giovedì 9 e venerdì 10 novembre alle 20.45.

Pagliacci, dal libretto dell’opera di Ruggero Leoncavallo, con debutto a Milano nel 1892 e All’uscita, l’atto unico che Pirandello definisce “mistero profano”, andato in scena a Roma per la prima volta, nel 1922: “sono due testi molto diversi per stile e contenuto, ma capaci di una comune sensazione che li rende profondamente accostabili: il primo è immerso nel Verismo di fine ‘800, nella trama spietata del delitto d’onore e d’amore, il secondo è una parabola metafisica, quasi filosofica – spiega Latini –. Sembrano, per struttura e doti, collocabili da una parte all’altra di un ponte ideale, fondamentale per la letteratura teatrale, che a cavallo dei due secoli, riesce a trasformare i percorsi sintattici in prospettive drammaturgiche; uno accanto all’altro, creano un terzo materiale, indipendente, per evocazione e compromissione: il sipario metateatrale che Pirandello aprirà sul nuovo secolo, viene scucito da Leoncavallo nel suo Pagliacci. Insieme, sono una dichiarazione d’indipendenza tra il Verismo e il teatro borghese. Il Teatro nuovo è all’indomani di una giornata di sole e coltello e di un notturno di cimitero e ombre. All’uscita da Pagliacci, è il vero appuntamento. (O da dove abbiamo mosso il nostro mare). Quanto le scritture sceniche semineranno e raccoglieranno da lì in poi, nei nuovi cicli del Teatro, dei Teatri, sarà ciò che ci porterà nelle traiettorie del contemporaneo e in quel concetto di drammaturgia che oggi vanta una prossimità col linguaggio, più della regia stessa, o dell’occhio esterno, come indicato in tanti casi. La drammaturgia, allora, l’occhio interno, è quanto effettivamente in esplorazione, in esplosione. Lo abbiamo imparato sezionando il concetto, la funzione, le sfumature e le possibilità. Abbiamo moltiplicato l’occasione e l’abbiamo sollecitata, in lungo e in largo. Abbiamo ammesso i concetti di drammaturgia del testo, del suono, della scena. Abbiamo riscritto le parole originali e riscritto anche le riscritture. Ci siamo dotati di nuovi strumenti per cercare di definire l’indefinito e lo abbiamo fatto portandoci in proscenio, dove finisce il palco e comincia il Teatro. Nella frequentazione del confine, la prassi è il centro e la sua periferia. Vorremmo comprometterci, letteralmente, oltre le barriere di genere che abbiamo costruito o contribuito a creare, per necessità o politica, ridefinendo il punto di vista, attraverso il punto dello sguardo. Fluidamente”.

Incontri prima dello spettacolo
Domani, Martedì 7 novembre alle 17, presso la Biblioteca Comunale di Terni, si terrà un incontro di approfondimento sullo spettacolo a cura del Professor Lorenzo Mango, docente di Storia del Teatro Moderno e Contemporaneo all’istituto Universitario Orientale di Napoli. Ingresso libero.

Info e biglietti
È possibile prenotare telefonicamente al Botteghino Telefonico Regionale del Teatro Stabile dell’Umbria 075 57542222, dal lunedì al sabato dalle 17 alle 20.
Acquisto online sul sito www.teatrostabile.umbria.it

FONTE: Ufficio Stampa Teatro Stabile dell’Umbria (Federica Cesarini).

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