Magico natale con Merry Sagrantino Magico Natale, con Merry Sagrantino, a Montefalco domenica 8 Dicembre. Una degustazione guidata, ci ha introdotto come di tradizione, nelle feste e nelle celebrazioni del Natale, grazie alla collaborazione tra il comune e il consorzio di tutela vini di Montefalco

I vini passiti dell'Umbria protagonisti di Merry Sagrantino-locandinaMONTEFALCO (PG) – Quest’anno, il Sommelier professionista, Claudio Ciotti della delegazione di Montefalco, ci ha accompagnati attraverso un viaggio umbro intorno ai vini passiti, le loro sfumature cromatiche e i profumi accattivanti che ci rendono ancora più dolce e tradizionale il Natale.
I passiti nel panorama vinicolo rappresentano quasi un’eccezione, una dolce rarità. Un po perché sembrano quasi essere lacrime di succo di uva, tanto lento e complesso è il processo di produzione, un po perché non tutte le aziende riescono a produrre questi vini; sono una tipologia di vini dolci, che nascono attraverso l’appassimento delle uve in pianta, o su graticci, o appese, in appositi fruttai, ma come vedremo si spazia attraverso un mondo che vale la pena conoscere, anche solo per puro piacere.
Il viaggio è iniziato da Orvieto, con l’azienda Decugnano de Barbi e la sua Muffa Nobile, Orvieto Classico DOC 2015. Lo sbarramento sul tevere degli anni ’60, ha dato vita al lago di Corbara che ha reso un clima particolarmente favorevole alla produzione di muffa nobile sugli acini delle uve autoctone Procanico e Grechetto, abbinate poi alle francesi Muscadel e Semillion, per produrre questo nettare: umidità e nebbia mattutina, brezza pomeridiana che asciuga e impedisce agli acini di marcire, permettono una disidratazione naturale operata dalla muffa, che aumenta la concentrazione degli zuccheri negli acini. Già a vedere il colore, oro lucente, ci invita ad assaggiarlo; la vinificazione avviene solo in acciaio, in modo da lasciare integri i profumi che si evidenziano subito con il caratteristico zafferano in modo particolare ai nasi esperti è lui che marchia i vini di Muffa Nobile, frutti maturi che oscillano tra l’esotico e quelli mediterranei: ananas, albicocca stramatura, il miele si maschera con una punta di freschezza. In bocca sono piacevoli i contrasti tra dolcezza, mineralità e freschezza, che con la morbidezza del vino, non ci stancheremo mai di bere. Abbinamento perfetto, non solo secondo me, con i formaggi muffati, ma anche con il foie gras, che non mi stancherei mai di mangiare.
In terra di Sagrantino, invece assaggiamo una rarità, creata dalla mente geniale di Dionigi: Scialo, Moscato dell’Umbria Passito IGT. Già il fatto che il Moscato non è un’uva autoctona, ma poi, vinificarla passita? Insomma, un modo di essere di un produttore in un territorio di vini di forte personalità! Il liquido ricorda l’oro antico, per avvicinarsi ad una sfumatura di ambra chiara, come un gioiello prezioso. Lo sguardo già ci sembra preannunciare la sua densità, archetti e lacrime sembrano tessere lo zucchero filato. Frutto pieno al naso, albicocca secca, uva passa, in una nota di evidente e piacevole evoluzione. In bocca è grasso e presente, rotondo, ci riempie di piacere e subito dimostra la sua identità. L’alcol assieme alla sensazione glicerica ci lasciano dolcemente persuasi.
Torgiano è patria di tradizioni, come questo Vin Santo delle cantine Lungarotti, 2010. Color ambra intenso che gioca con l’ossidazione del tempo: 3 anni in barriques sia nuove che usate.
Naso pieno, ma non stancante di frutti maturi, legni dei nostri boschi, mallo di noce, nocciola non ancora matura, quasi balsamico e profondo, note leggere di ossidazione che giocano ancora con la freschezza, in una piacevole corrispondenza con i sorsi in bocca, prolungata da una delicata sensazione ammandorlata. Vino anche questo da abbinare con i formaggi, sia muffati che i pecorini più o meno stagionati dell’Umbria, insomma la tradizione che unisce anche a tavola.
Ma torniamo in terra di Montefalco con due Sagrantino passiti. Il primo, Montefalco Sagrantino DOCG, è delle tenute Lunelli, 2014. Rubino scuro, impenetrabile, ma brillante, con una lieve sfumatura che tende all’aranciato. Profilo olfattivo succoso, frutto nero e spezie dolci, liquirizia, chiodo di garofano leggermente pungente, alloro. Bocca morbida e avvolgente, con il tannino ben pronunciato, ma che non vince nella struttura totale del sorso, si accorda e amalgama alla glicerina e agli zuccheri, con un finale in freschezza. Abbinamenti veramente molto vari, che vanno dalle preparazioni salate a quelle dolci della tradizione umbra.
Altro Sagrantino Passito DOCG, è di Fattoria di Milziade Antano, 2015, tra Bevagna e Montefalco, in una posizione veramente felice per caratteristiche pedoclimatiche e di paesaggio.
Rubino profondo, impenetrabile, figlio di quest’uva coriacea e del passaggio in barriques per 3 anni, con luminosità di giovinezza scintillante che definirei color Sagrantino, è una mora di rovo perfettamente matura. I frutti di bosco padroneggiano al naso, con la mora, il gelso, i ribes, ma anche ciliegia sciroppata, polvere di caffè, fino ad un balsamico delicato di erbe e legno di sandalo, pepe e macif.
Bocca quasi asciutta dal tannino, lo zucchero, poco percettibile sembra svanire, pur restando presente, diventa un particolare che fa notare il vino. Ottima la freschezza che si percepisce già nel frutto al naso.
Questa cantina riesce a raccontare in modo molto personale ma impeccabile, la tradizione, anche attraverso un filo conduttore che lega tutti i suoi vini; questo lo abbino volentieri a carni dalla tendenza dolce, come l’agnello in modo particolare, o il cinghiale.
Finiamo con la Vernaccia di Cannara Colli Martano DOC, della cantina Di Filippo, 2017. Cantina situata proprio nell’ultimo lembo a Nord della DOCG. Scelta di rispetto in totale del territorio: i lavori della terra vengono eseguiti con i cavalli, la pulizia del vigneto è affidata alle oche.
Scelta di rispetto che ricade anche verso questo vino. La vernaccia è ancora prodotta esclusivamente da alcuni contadini della zona, e da Di Filippo; l’uva è la Vernaccia Nera, anche chiamata uva Cornetta, lasciata appassire per 2/3 mesi.
Il naso è accattivante, gioca con il frutto rosso e il legno di mirto, macchia mediterranea, fino quasi al fieno secco, bastoncino di liquirizia, e delicate erbe officinali che ci catturano in modo intenso il naso.
L’acidità che ricorda ancora il frutto fresco e il tannino prepotente, sono indici di giovinezza di questa Vernaccia da abbinare in modo particolare ai dolci tradizionali di Natale.