“Armonia, plasticità, movimento concorrono a dare quel senso di tridimensionalità che si avverte nei suoi lavori, in cui l’idea di spazio e tempo sono fondamentali, perché diventano necessari per percepire il mondo intorno e leggere l’opera stessa”, sottolinea Catia Monacelli.
Per Andrea Baffoni: “l’opera di Saverio Magno si inserisce nel novero di esperienze estetiche novecentesche derivate dall’osservazione dello spazio fisico, un’interpretazione scientifica incline alla realizzazione di lavori in cui lo spettatore possa verificare il mistero nascosto della percezione visiva. La nuova visione spaziale, come egli stesso l’ha definita, fa riferimento a una linea iconografica che dal Cubismo di Braque e Picasso giunge diritto allo Spazialismo di Fontana, passando attraverso elementi di Neoplasticismo derivati da Mondrian. Un percorso ben preciso dove l’artista, applicando il concetto astronomico della parallasse stellare, origina un sistema visivo in cui la pittura abbandona i semplici valori bidimensionali per inserirsi in contesti tridimensionali restituendo, allo spettatore, l’esatta condizione visiva della realtà”. È possibile visitare la mostra fino al 9 luglio.
Per ulteriori informazioni si consiglia di visitare il sito www.polomusealegualdotadino.it
FONTE: Ufficio stampa Comune Gualdo Tadino.