La locandiera: una donna al centro della scena e della storia Sonia Bergamasco interpreta Mirandolina nella nuova produzione del Teatro Stabile dell’Umbria, per la regia di Antonio Latella

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Foto di Gianluca Pantaleo

Dopo il debutto in prima assoluta lo scorso 15 ottobre a Spoleto, La locandiera di Carlo Goldoni per la regia di Antonio Latella – nuova produzione del Teatro Stabile dell’Umbria – apre la Stagione del Teatro degli Illuminati di Città di Castello, stasera, martedì 31 ottobre alle 20.45 (replica sold out), per poi proseguire la sua tournée al Teatro Morlacchi di Perugia da mercoledì 1 a domenica 5 novembre (mercoledì ore 20.45, giovedì ore 19.30, venerdì ore 20.45, sabato ore 18 e domenica ore 17).

Nel ruolo della protagonista Mirandolina Sonia Bergamasco – Premio UBU 2022 come miglior attrice con lo spettacolo Chi ha paura di Virginia Woolf? – e con lei sul palco un cast d’eccezione: Marta Cortellazzo Wiel, Ludovico Fededegni (Premio UBU nel 2022 come miglior attore under 35 con Chi ha paura di Virginia Woolf?), Giovanni Franzoni, Francesco Manetti, Gabriele Pestilli, Marta Pizzigallo e Valentino Villa.

“Una grande operazione civile e culturale; un manifesto teatrale che dà inizio al teatro contemporaneo”, così Latella affronta l’opera del commediografo veneziano e dedica lo spettacolo a Massimo Castri: “un maestro che proprio con Goldoni ha saputo riscrivere parte della storia teatrale italiana”.

“Penso a Café Müller di Pina Bausch. Penso a una donna nata e cresciuta nella Locanda. Un luogo-mondo che accoglie infiniti mondi. Nel testo goldoniano il tema dell’eredità è il punto cardine di tutto  – spiega Latella nelle sue note di regia – Mirandolina seduta sul letto di morte del padre riceve in eredità la Locanda, ma anche l’ordine di sposarsi con Fabrizio, il primo servitore della Locanda. In questo credo che ci sia una inconsapevole identificazione del padre con il servo, come erede virtuale in quanto maschio. Più che un uomo per la figlia, il padre sceglie un uomo per la Locanda, un uomo pronto a tutto pur di proteggere la Locanda. – continua il regista – Credo che Goldoni con questo testo abbia fatto un gesto artistico potente ed estremo, un gesto di sconvolgente contemporaneità: innanzitutto siamo davanti al primo testo italiano con protagonista una donna, ma Goldoni va oltre, scardina ogni tipo di meccanismo, eleva una donna formalmente a servizio dei suoi clienti a donna capace di sconfiggere tutto l’universo maschile, soprattutto una donna che annienta con la sua abilità tutta l’aristocrazia. Di fatto Mirandolina riesce in un solo colpo a sbarazzarsi di un cavaliere, di un conte e di un marchese. Scegliendo alla fine il suo servitore come marito fa una scelta politica, mette a capo di tutto la servitù, nobilita i commercianti e gli artisti, facendo diventare la Locanda il luogo da dove tutta la storia teatrale del nostro paese si riscriverà, la storia che in qualche modo ci riguarda tutti. Goldoni fa anche un lavoro sulla lingua, accentuando un italiano toscano. Per essere Mirandolina bisogna essere capaci di mettersi al servizio dell’opera, ma anche non fare del proprio essere femminile una figura scontata e terribilmente civettuola, cosa che spesso abbiamo visto sui nostri palcoscenici. Spesso noi registi abbiamo sminuito il lavoro artistico culturale che il grande Goldoni ha fatto con questa opera, la abbiamo ridimensionata, cadendo nell’ovvio e riportando il femminile a ciò che gli uomini vogliono vedere: il gioco della seduzione. Goldoni, invece, ha fatto con questo suo testamento, una grande operazione civile e culturale, mentre per una assurda cecità noi teatranti lo abbiamo banalizzato e reso innocente. La nostra mediocrità non è mai stata all’altezza dell’opera di Goldoni e, molto probabilmente, non lo sarò nemmeno io. Spero, però, di rendere omaggio a un maestro che proprio con Goldoni ha saputo riscrivere parte della storia teatrale italiana: parlo di Massimo Castri”.

APPUNTAMENTI e PROGETTI DEDICATI AL PUBBLICO al Teatro Morlacchi di Perugia
“INCONTRA I PROTAGONISTI”. Venerdì 3 novembre, alle 17.30 al Teatro Morlacchi, il pubblico incontrerà la Compagnia. A seguire, al Caffè del Teatro degustazione di vini offerta dalla cantina Pucciarella di Magione.
“IL FILO DI ARIANNA. Mappe e coordinate per la Stagione”. Sabato 4 novembre alle 11.30 al Caffè del Teatro del Morlacchi, la dramaturg Linda Dalisi accompagnerà lo spettatore in un originale approfondimento dell’opera.
“TEATRO NO LIMITS”. Domenica 5 novembre, la replica sarà audiodescritta grazie al progetto realizzato dal Centro Diego Fabbri che consente anche alle persone non vedenti e ipovedenti di seguire la messa in scena.

Crediti – La Locandiera
di Carlo Goldoni
regia Antonio Latella
con Sonia Bergamasco, Marta Cortellazzo Wiel, Ludovico Fededegni, Giovanni Franzoni, Francesco Manetti, Gabriele Pestilli, Marta Pizzigallo, Valentino Villa
dramaturg Linda Dalisi
scene Annelisa Zaccheria
costumi Graziella Pepe
musiche e suono Franco Visioli
luci Simone De Angelis
assistente alla regia Marco Corsucci
assistente alla regia volontario Giammarco Pignatiello
produzione Teatro Stabile dell’Umbria
durata 2 ore e 30 minuti, compreso intervallo

Personaggi e interpreti:
Il Cavaliere di Ripafratta, Ludovico Fededegni
Il Marchese di Forlipopoli, Giovanni Franzoni
Il Conte di Albafiorita, Francesco Manetti
Mirandolina, locandiera, Sonia Bergamasco
Ortensia, comica, Marta Cortellazzo Wiel
Dejanira, comica, Marta Pizzigallo
Fabrizio, cameriere di locanda, Valentino Villa
Servitore, Gabriele Pestilli

Info e biglietti
È possibile prenotare telefonicamente al Botteghino Telefonico Regionale del Teatro Stabile dell’Umbria 075 57542222, dal lunedì al sabato dalle 17 alle 20.

FONTE: Ufficio Stampa Teatro Stabile dell’Umbria (Federica Cesarini).