Zio Vanja, il secondo capitolo della trilogia di Čechov di Leonardo Lidi al Teatro Morlacchi Dopo il successo de Il gabbiano, il regista si confronta con un altro capolavoro del drammaturgo russo, in scena dal 29 novembre al 3 dicembre

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Foto di Gianluca Pantaleo

PERUGIA – Il regista Leonardo Lidi prosegue la sua trilogia sui capolavori di Anton Čechov e, dopo il successo di pubblico e critica dello spettacolo Il gabbiano, si confronta con un altro grande classico del drammaturgo russo: Zio Vanja, seconda tappa del progetto Čechov che si concluderà nel 2024 con Il giardino dei ciliegi. Dopo il debutto in prima assoluta al Festival dei Due Mondi di Spoleto lo scorso giugno, lo spettacolo, prodotto dal Teatro Stabile dell’Umbria in coproduzione con Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale e con il Festival di Spoleto, andrà in scena al Teatro Morlacchi di Perugia da mercoledì 29 novembre a domenica 3 dicembre (mercoledì ore 20.45, giovedì ore 19.30, venerdì ore 20.45, sabato ore 18 e domenica ore 17). Sul palco (in ordine alfabetico): Giordano Agrusta, Maurizio Cardillo, Ilaria Falini, Angela Malfitano, Francesca Mazza, Mario Pirrello, Tino Rossi, Massimiliano Speziani e Giuliana Vigogna.

Scritta e ambientata nel 1890, la commedia intreccia temi ricorrenti nelle opere maggiori di Čechov, basta guardare i personaggi: Zio Vanja amministra la tenuta del professor Serebrjakov, dove vive con la madre e con Sonja, figlia di primo letto del professore. Zio e nipote vivono una vita di lavoro e di affetti silenziosi e rinuncia alle speranze segrete. Quando il professore arriva con la sua seconda moglie Elena, la vita di campagna viene turbata: emergono le frustrazioni di Elena, delusa dalla vanità presuntuosa del marito, ma decisa a non rispondere all’amore di Vanja e al corteggiamento del dottor Astrov, di cui è segretamente innamorata Sonja. All’amarezza delle illusioni (di Sonja, di Elena, di Vanja e del dottore) si accompagna una riflessione di fondo sul senso della vita degli individui e sulle trasformazioni sociali (e anche sul rapporto fra uomo e natura). Quando Elena e il professore torneranno alla loro vita cittadina, ai più consapevoli Vanja, Sonja e Astrov, ecologista profetico, non resterà che tornare al silenzio operoso e rassegnato della loro solitudine.

“In questa trilogia vedo la possibilità di tornare al senso pratico del teatro – spiega Lidi – deviando gli intellettualismi e scegliendo la semplicità nella sua altezza. Scegliendo uno spazio. Scegliendo l’empatia e non una bolla elitaria. Scegliendo l’amore e il dolore che comporta questa opzione ma soprattutto scegliendo gli attori come forma d’arte e come pietra preziosa da difendere nel teatro italiano del nostro tempo”.

Dalle note di regia. “La seconda tappa del Progetto Čechov abbandona il gioco e si imbruttisce col tempo. Spazza via i contadini che citano Dante a memoria, per consentire un abuso edilizio ambizioso e muscolare. C’era un grande prato verde dove nascono speranze e noi ci abbiamo costruito una casa asfissiante con troppe inutili stanze a occupare ogni spazio vitale. Avevamo sfumature e ora c’è un chirurgico bianco e nero che strizza l’occhio allo spettatore intelligente. Avevamo donne e uomini che cercavano la vita attraverso l’amore, ma abbiamo preferito prenderne le distanze. Quando? Quando è diventato troppo poco parlare d’amore? Come se poi ci fosse qualcos’altro di interessante. Se nel Gabbiano sprecavamo carta e tempo nel ragionare sulla forma più corretta con la quale passare emozioni al pubblico, divisi tra realismo e simbolismo, tra poesia e prosa, tra registi, scrittori e attrici, e ci bastava una panchina per tormentarci dei dolori del cuore, in Zio Vanja l’arte è relegata a concetto museale, roba da opuscoli aristocratici, uno sterile intellettualismo che non pensa più al suo popolo, che annoia la passione e permette agli incapaci di vivere di teatro. E allora che questa strana famiglia cantata da Čechov abbia la faccia di Gaber. La sua maschera irriverente. O meglio ancora di Freak Antoni. Che sia stonata e sgrammaticata. Sconfitta dai propri fantasmi. Ripugnante e fastidiosa. Che prenda in giro chi si nasconde dietro ai progetti perché spaventato e che faccia tanti e tanti e sentitissimi applausi a chi crede che Zio Vanja sia un testo attuale perché parla di alberi.” Leonardo Lidi

APPUNTAMENTI e PROGETTI DEDICATI AL PUBBLICO al Teatro Morlacchi di Perugia
“INCONTRA I PROTAGONISTI”. Venerdì 1 dicembre, alle 17.30 al Teatro Morlacchi, il pubblico incontrerà la Compagnia. Conduce l’incontro la giornalista Ilaria Rossini. A seguire, al Caffè del Teatro degustazione di vini offerta dalla cantina Pucciarella di Magione.
“IL FILO DI ARIANNA. Mappe e coordinate per la Stagione”. Sabato 2 dicembre alle 11.30 al Caffè del Teatro del Morlacchi, la dramaturg Linda Dalisi accompagnerà lo spettatore in un originale approfondimento dell’opera.
“MENTRE I GRANDI SONO A TEATRO”. Sabato 2 dicembre alle 18, al Centro Studi Sergio Ragni, l’appuntamento con il progetto curato da Cooperativa DENSA che prevede laboratori creativi e suggestivi per bambini e bambine come offerta aggiuntiva rivolta a genitori interessati a seguire la Stagione. Info e prenotazioni: promozione@teatrostabile.umbria.it.
“TEATRO NO LIMITS”. Domenica 3 dicembre, la replica sarà audiodescritta grazie al progetto realizzato dal Centro Diego Fabbri che consente anche alle persone non vedenti e ipovedenti di seguire la messa in scena.

BIGLIETTI e INFO – È possibile prenotare al Botteghino Telefonico Regionale del Teatro Stabile dell’Umbria 075 57542222, dal lunedì al sabato dalle 17 alle 20.
La prevendita dei biglietti a Perugia viene effettuata presso il Botteghino del Teatro Morlacchi, T. 075 5722555, dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 13.30, il sabato dalle 17 alle 20.
Acquisto online: www.teatrostabile.umbria.it

ZIO VANJA
PROGETTO ČECHOV – seconda tappa
di Anton Čechov
regia Leonardo Lidi
con Giordano Agrusta, Maurizio Cardillo, Ilaria Falini, Angela Malfitano, Francesca Mazza, Mario Pirrello, Tino Rossi, Massimiliano Speziani, Giuliana Vigogna
scene e luci Nicolas Bovey
costumi Aurora Damanti
suono Franco Visioli
assistente alla regia Alba Porto
produzione Teatro Stabile dell’Umbria, in coproduzione con Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale e con Spoleto Festival dei Due Mondi
durata 1 ora e 45

Personaggi e interpreti
Giordano Agrusta – IL’JA IL’IC TELEGIN, proprietario terriero
Maurizio Cardillo – ALEKSANDR VLADIMIROVJC SEREBRJAKOV, professore in pensione
Ilaria Falini – ELENA ANDREEVNA, sua moglie
Angela Malfitano – MARIJA VASIL’EVNA VOJNICKAJA, madre di Vanja
Francesca Mazza – MARINA, vecchia njanja
Mario Pirrello – MICHAIL L’VOVIC ASTROV, medico
Tino Rossi – guardiano
Massimiliano Speziani – IVAN PETROVIC VOJNICKIJ (VANJA), figlio di Marija Vasil’evna Vojnickaja
Giuliana Vigogna – SOF’JA ALEKSANDROVNA (SONJA), figlia di primo letto del professore

Tournée 2023/2024
Teatro Pietro Mascagni Chiusi – Domenica 19 novembre 2023
Teatro Carignano Torino – Da martedì 21 a domenica 26 novembre 2023
Teatro Talisio Tirinnanzi Legnano – Lunedì 27 novembre 2023
Teatro Morlacchi Perugia – Da mercoledì 29 novembre a domenica 3 dicembre 2023
Teatro Ponchielli Cremona – Martedì 5 dicembre 2023
Teatro Comunale Gonzaga – Giovedì 7 dicembre 2023
LAC Lugano – Sabato 9 e domenica 10 dicembre 2023
Teatro Goldoni Bagnacavallo – Mercoledì 13 e giovedì 14 dicembre 2023
Teatro Fabbri Forlì – Da venerdì 15 a domenica 17 dicembre 2023
Teatro Comunale Lumezzane – Giovedì 4 aprile 2024
Teatro Civico Vercelli – Sabato 6 aprile 2024
Il Maggiore Verbania – Domenica 7 aprile 2024
Teatro Vascello Roma – Da martedì 9 a domenica 14 aprile 2024
Teatro Strehler Milano – Da martedì 16 a domenica 21 aprile 2024
Teatro Mercadante Napoli – Da martedì 23 a domenica 28 aprile 2024
Teatro dell’Unione Viterbo – Martedì 30 aprile 2024

FONTE: Ufficio Stampa Teatro Stabile dell’Umbria (Federica Cesarini).