Cirano deve morire: l’Ultimo Atto a Foligno Un finale di stagione esplosivo con la rivisitazione rap di un classico

“Sarà bene cominciare dal principio, cioè dal titolo. Cirano deve morire è una dichiarazione di intenti e insieme una preghiera che vi rivolgo in forma di esclamazione: dimenticatevi del Cirano così come pensate di conoscerlo”. Leonardo Manzan.

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Foto di Filippo Manzini

FOLIGNO (PG) – La Stagione teatrale 23/24 di Foligno termina con lo spettacolo Cirano deve morire di Leonardo Manzan e Rocco Placidi, per la regia di Leonardo Manzan, in scena mercoledì 13 marzo alle 21 all’Auditorium San Domenico; sul palco gli attori Paola Giannini, Alessandro Bay Rossi, Giusto Cucchiarini; le musiche originali sono di Franco Visioli e di Alessandro Levrero.

Liberamente ispirato a Cyrano de Bergerac di Edmond Rostand, quello di Manzan è uno spettacolo-concerto tra poesia romantica e rap feroce, in bilico tra musical e dj set, costumi d’epoca e luci strobo per raccontare la storia d’amore e inganno di Cyrano de Bergerac come non l’avete mai sentita.

Cirano deve morire è una riscrittura per tre voci del Cyrano di Bergerac di Edmond Rostand, con testi e musiche originali dal vivo che trasforma la poesia di fine ’800 in potenti versi rap. Rime taglienti e ritmo indiavolato affrontano in modo implacabile il tema della finzione attraverso il racconto di inganni e di morte, di fedeltà agli altri e di tradimento di se stessi, di parole che seducono e di silenzi che uccidono. È una straordinaria storia di amore e di amicizia uno dei più famosi “triangoli” del teatro moderno, è la storia di due amici e di una donna di cui entrambi si innamorano: sono tre ragazzi proprio come i giovani attori chiamati a interpretarli sulla scena.

Cirano deve morire recupera la forza poetica del testo originale attraverso la poetica rap, scelta necessaria – secondo il regista – non solo per esprimere l’eroismo e la verve polemica del protagonista, ma anche per rendere contemporanea e autentica, quindi fedele a Rostand, la parola d’amore. Lo spettacolo trova dunque la sua espressione nella forma del concerto, con interpreti sempre sul palco e sempre a favore di pubblico. Una scelta estetica precisa che trova il suo fondamento nella natura performativa del protagonista (il primo atto dell’opera di Rostand si apre in un teatro). Lo spettacolo isola il triangolo d’amore dalle vicende collaterali della trama e la affronta retrospettivamente, per far emergere da essa i significati universali. È una resa dei conti tra i tre protagonisti, i due morti e l’unica sopravvissuta, Rossana, che non riesce a liberarsi dei fantasmi che hanno distrutto la sua vita con l’inganno di un amore impossibile, ma che allo stesso tempo le hanno donato gli unici momenti di felicità, con la forza della fantasia.

Info e biglietti
È possibile prenotare telefonicamente al Botteghino Telefonico Regionale del Teatro Stabile dell’Umbria 075 57542222, dal lunedì al sabato dalle 17 alle 20.
Acquisto online sul sito www.teatrostabile.umbria.it.

FONTE: Ufficio Stampa Teatro Stabile dell’Umbria (Federica Cesarini).